di Onide Berni
Sia gli addetti ai lavori che i distratti della politica stanno assistendo a una cosa tanto evidente quanto non scontata per il suo epilogo: uno scontro tra titani.
I due titani sono naturalmente Renzi e Grillo. Come recita la definizione della Treccani, “con il termine titanismo si intende un atteggiamento di ribellione, contro tutte le forze superiori (divinità, destino, natura, potere dispotico ecc.) che dominano l’uomo e ne opprimono gli slanci vitali e la libertà stessa”.
Come non diagnosticare a questi leader la “malattia” di titanismo?
Sono entrambi “ribelli” (ma non rivoluzionari), si presentano battaglieri contro delle “forze superiori” che non permettono loro di fare quello che vorrebbero (chi la casta, chi il vecchio da rottamare ecc.).
Ma come i titani anche loro fanno parte della stirpe più antica degli dei: Renzi è nato democristiano (ricordiamo le foto con De Mita) e ora si propone come soggetto di sinistra. Grillo è un miliardario che fa restituire gli stipendi ai suoi parlamentari, ma tiene per sé e per il suo movimento (o partito, si differisce di un’inezia) gli introiti miliardari del blog: tipico atteggiamento da vecchia repubblica dove il profitto personale si confonde con quello pubblico e a volte si fonde, ma a solo ed esclusivo vantaggio di chi esercita il potere.
Ma è arrivato il momento di mostrare le carte, caro PD. Il mostro Renzi che fino a un anno fa era indicato come “l’autoritario” o “l’impreparato” ora è diventato quasi il “Migliore”: idolatrato dai preti, dalle mamme, dai bambini e soprattutto dai suoi ex avversari politici interni al PD, tranne per il caso isolato di Pippo Civati (che da Crozza viene definito il “Che Guevara del Discount” e che, come è giusto che sia, vota comunque la fiducia al governo di larghe intese).
Chi poteva contrastare a livello mediatico il comico guru reazionario? Solo un altro comico guru come Renzi. Chi poteva fare fronte alla capacità comunicativa e all’esposizione mediatica di Grillo? Solo Renzi con i suoi servizi su i vari giornali di gossip con il giubbotto di pelle alla Fonzie.
In tanti pensano che Grillo abbia vinto il confronto in streaming con Renzi: tutto il contrario. Il leader PD in 20 secondi ringrazia Grillo per essersi recato al colloquio, ma gli dice immediatamente che dal Movimento 5 Stelle non vuole nulla, nessun accordo, nessun governo. La rete aveva obbligato Grillo a recarsi da Renzi, pensando di ricevere una richiesta di accordo, ma il rottamatore, memore della figuraccia di bersaniana memoria, aveva già escogitato una trappola: fare accomodare Grillo per non proporgli nulla. Come dire: hai fatto il bravo ragazzo, ubbidiente, educato, ma la tua presenza qui non conta nulla, facciamo a meno di te. Un vero schiaffo al movimento e un pugno nel naso di Grillo. E cosa fa il guru 5 stelle? Rimane spiazzato e la butta in vacca, non sa che dire, ”togliete le microspie” e via dicendo…
Appena Grillo prova ad alzare i toni della discussione, Renzi lo interrompe dicendo: “Esci da questo blog!”. E Grillo, non sapendo che fare, si alza e se ne va….
Bene, tutto questo per dire cosa? Che il PD ha costruito il suo “pezzo da 90” , l’unico che a livello mediatico può contrastare Grillo, l’unico che sa alzare la voce più del pentastellato, l’unico che è riuscito a zittire il guru milionario.
Come finirà? Sicuramente Renzi, anche dalle dichiarazioni di oggi, fa capire che vuole andare allo scontro frontale. Grillo ha detto: “Con i bambini mi sembri il Duce”. E Renzi ha risposto: “Io sto con gli studenti, tu con Forza Nuova”. Chi mai, nel passato, ha controbattuto così efficacemente a Grillo? Mi ricordo il debole e retorico “fassista” di Bersani o lo sterile tentativo di Letta di ignorarlo e non rispondere alle provocazioni (tra l’altro ci aveva provato anche Veltroni a non nominare mai il nome di Berlusconi, con i risultati che tutti conosciamo…).
E il centrodestra che fa? Gli alfaniani fanno il governo e tentano di accaparrarsi quella destra moderata che prima faceva riferimento a Monti. Berlusconi tenta in tutti i modi di approvare la legge elettorale per distruggere i piccoli partiti, con l’obiettivo di vincere le elezioni con una larga maggioranza.
Quindi tornando a noi: come finirà? Come dicevo il PD ha costruito e sfoderato il “pezzo da 90” (comprensivo di governo di giovani rampanti) per arrivare allo scontro finale: distruggere Grillo. Ma come tutti gli scontri frontali, chi ha la meglio è solo chi ha un pizzico di fortuna in più. Quindi ci possiamo aspettare una debacle del PD (che oramai ha collezionato solo sconfitte da 8 anni a questa parte) oppure il crollo definitivo di Grillo con preferenze molto al di sotto del 20%.
E Berlusconi? Da bravo tattico milionario ha già intrapreso la sua strada: appoggio esterno al governo solo per le riforme che possono a lui essere vantaggiose. Quindi con ogni probabilità aspettiamoci, alle prossime elezioni politiche del 2015 (pensate che il governo duri di più?), una vittoria del centrodestra.
Tutto questo è solo un’illusione: questa non è una rivoluzione. È solo fumo negli occhi.
Una rivoluzione, se non sposa le ragioni del lavoro e di chi lavora, è solo una truffa.
E i lavoratori? La classe lavoratrice deve abbandonare ogni illusione progressiva e progressista, tantomeno l’unità elettorale dei riform-comunisti o presunti tali, e prendere in mano il proprio destino.
I lavoratori devono coordinare le lotte dei vari luoghi di lavoro con gli studenti ed i disoccupati, abbandonando i burocrati sindacali alle loro poltrone.
Perché i partiti comunisti ed i movimenti non accettano la proposta di fronte unico avanzata dal Partito Comunista dei Lavoratori?
Capisco la voglia di Cremaschi di creare un’accozzaglia di idee sinistrorse e comunistoidi, usando lo strumento sindacale.
Capisco le varie sette che per essere definite tali devono continuare a rinchiudersi nel loro studiolo a fare i dottrinari del marxismo, in attesa di una spontanea rivolta e mentre glorificano come rivoluzione socialista la rivolta fascista di Kiev.
Capisco i riform-comunistoidi che malati di cretinismo parlamentare esistono solo perché sovvenzionati da soldi pubblici che provengono dai loro parlamentari europei e dalle varie cariche di amministratori locali.
Il Partito Comunista dei Lavoratori chiama al FRONTE UNICO DI LOTTA tutti quei compagni che hanno la volontà di difendere la classe oppressa e sfruttata.
Coordinare le lotte di tutti i lavoratori, coinvolgere gli studenti, i precari e i disoccupati. Scuotere dalla poltrona i pensionati, oramai ubriachi di riformismo, idolatri contemporaneamente di un’unità di staliniana memoria e della sobrietà di Berlinguer, e condurli alla lotta per il bene dei loro figli e nipoti.
I lavoratori hanno solo due alternative: SOCIALISMO O BARBARIE. Il Partito Comunista dei Lavoratori chiama alla lotta per il socialismo e per l’instaurazione di un Governo dei Lavoratori, perché solo chi lavora può difendere i lavoratori, non può farlo di certo un industriale o un banchiere.
Solo il Governo dei Lavoratori può distruggere le disuguaglianze e i privilegi (caste) che oggi rendono povero anche chi lavora.
Abbandonate le illusioni compagni e compagne: unitevi alla lotta di tutti i lavoratori per i lavoratori.