I venti di destra attraversano tutta l’Europa: leggi contro il diritto all’aborto (come quella appena passata in Spagna) con il contributo dei movimenti “per la vita”, che si riorganizzano e si fanno più forti anche in Italia – attacchi alla libera sessualità, come le manifestazioni che si sono svolte in Francia, contro i matrimoni omosessuali – direttive europee che equiparano la tratta delle donne alle donne che si prostituiscono in modo indipendente, negando l’unico spazio di autonomia in un mondo costruito sull’estrema mercificazione del corpo delle donne.
Ma anche altro. I tagli alle forme di assistenza sociale sono una realtà in ogni paese europeo, l’aumento di lavoro precario è il principio di regolamentazione del costo del lavoro persino in paesi “che tengono” come la Germania.
La chiesa cristiana in tutte le sue forme che si riprende spazi culturali, e non solo in un paese come il nostro, che ne è colonizzato, ma anche nei paesi dell’est europeo, con le croci brandite in mezzo ai massacri e il clero ortodosso schierato con gli oligarchi e i dittatori, su una riva e sull’altra.
Non ci riguarda??
Certo che sì!!
La nostra battaglia che in questi giorni è giustamente concentrata sulla difesa dell’aborto libero e gratuito deve allargarsi.
La nostra volontà di lotta deve essere generale. Le condizioni materiali di vita che ogni donna subisce in questa società impediscono una reale autonomia e la libertà di scelta. Ci costringono in ruoli subalterni, di contorno. Niente lavoro, niente autonomia dai padri, dai mariti. Tagli alla scuola pubblica, sempre minori possibilità di scelte che ci permettano di arrivare ad un lavoro qualificato. Tagli ai servizi sociali, sempre più responsabilità nei confronti della famiglia misconosciute e sottovalutate. Tagli ai servizi sanitari, nessuna scelta rispetto alla sessualità e tanto meno per una maternità consapevole e libera.
Non ci servono le ministre della difesa, le pari opportunità senza controllo da parte delle donne, le leggi di tutela che non abbiamo deciso. Ci servono i luoghi dove autorganizzarci, riunirci e costruire le nostre lotte.
E’ ora di unificare i mille rivoli di iniziative, ricostruire momenti di lotta di massa. Allo slogan individualistico “io decido” fatto proprio da molte istanze del panorama italiano sulla scia dei movimenti spagnoli, noi contrapponiamo lo slogan “noi decidiamo”, perché è importante recuperare un’idea di collettività indispensabile per costruire le lotte. La lotta per l’autonomia delle donne è una lotta di tutte/i.
OTTO MARZO GIORNATA DI LOTTA.
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI