La manifestazione antiproibizionista dell’otto febbraio ha squarciato un silenzio ormai decennale sulla questione delle “droghe”; un segnale di inversione di tendenza rispetto all’oscurantismo tuttora avanzante nel nostro paese. Tuttavia il numero dei partecipanti e stato sottodimensionato rispetto alla diffusione delle idee antiproibizioniste nel nostro paese. Il motivo, probabilmente, è stato di natura organizzativa. Cioè nella la mancanza di punti di riferimento diffusi su tutto il territorio nazionale per preparare e organizzare le partenze per Roma. Ma l’aspetto organizzativo, pur di per se importante, ha sempre e comunque un legame diretto con un lavoro di propaganda che, per sviluppare pienamente le potenzialità del movimento anti-proibizionista, dovrebbe diffondersi oltre l’area d’influenza dei centri sociali, dei movimenti antagonisti e dei soggetti coinvolti direttamente: utilizzatori di sostanze illegali, operatori del settore o persone culturalmente sensibili al problema.
Intanto, la Corte Costituzionale, dopo otto anni dal varo della famigerata legge Fini-Giovanardi, ha sentenziato che essa è incostituzionale. Evviva! Ma chi risarcirà le decine di migliaia di persone criminalizzate, perquisite, umiliate e incarcerate da questa giustizia; timida e asservita ai potenti e spietata con i deboli? E chi ridarà vita a Stefano Cucchi e a Federico Aldrovandi assassinati per pochi grammi di “droga” da sicari in divisa, sguinzagliati per il paese a tendere agguati a migliaia di ragazzini innocenti, mentre la malavita dilaga e un condannato per reati ben più gravi frequenta il Quirinale (con tanto di saluto dei corazzieri) e decide sul nuovo Governo del paese?
A quale bassezza di coscienza è precipitato il popolo italiano; incapace di comprendere che dietro la maschera virtuale e rassicurante dello Stato dei padroni si celano sempre la menzogna e la più bieca sete di potere?
Ma deprimersi non serve, bisogna reagire! Costruiamo ovunque comitati antiproibizionisti, perché la strada non può essere che quella della liberalizzazione dei derivati della canapa e la depenalizzazione di tutte le sostanze proibite: senza se e senza ma. Bando alle illusioni che dopo la sentenza della Corte Costituzionale le cose cambieranno. Solo la lotta paga!