La “smisurata ambizione” di Renzi non è (solo) un fatto personale. E’ l’ambizione della borghesia italiana: rottamare ciò che resta dei diritti dei lavoratori e risolvere la propria crisi politica e istituzionale.
Matteo Renzi ha il vento in poppa dell’investitura dei poteri forti. Confindustria e banche si attendono dal nuovo governo ciò che il consunto Letta non era in grado di offrire: un nuovo consistente regalo ai profitti. Le poste annunciate del programma di Renzi vogliono rispondere a questa domanda padronale: abbattimento dell’Irap, ulteriore liberalizzazione dei licenziamenti col paracadute bucato di ammortizzatori irrisori, nuovi tagli alla spesa pubblica per liberare risorse da girare alle imprese. Mentre un progetto di legge elettorale reazionaria mira a garantire la “governabilità” di questa continua rapina attraverso l’amputazione abnorme dei diritti di rappresentanza delle opposizioni.
Il grande capitale si attende da Renzi una Terza Repubblica anti operaia. Finalmente “stabile”, ordinata, ripulita da scorie burocratiche “inutili e costose”, liberata il più possibile da “impacci e lungaggini parlamentari”,organicamente plasmata da tempi e interessi del mercato. Matteo Renzi è in fondo l’incarnazione antropologica di questo sogno borghese: la sua vittoriosa guerra lampo è la misura ben augurante di una cinica spregiudicatezza e della sua capacità di “rottura”. Quella che occorre , agli occhi della borghesia, per cercare di uscire dalla crisi interminabile della Seconda Repubblica.
A sinistra siamo davvero al dunque. Altro che “Renzi speranza della sinistra” o possibile “garante dei diritti sindacali”. Le scandalose aperture al renzismo da parte di Vendola e Landini sono già state.. ripagate: con SEL minacciata di distruzione parlamentare e Landini messo in lista di attesa. Mentre i padroni di Luxottica e di Eataly prenotano i ministeri, il finanziere Serra esalta Electrolux, la Confindustria salta sul nuovo cavallo.
A tutte le sinistre chiediamo una svolta. Non si tratta di far a gara nel corteggiare ancora una volta l’uomo vincente nel campo della borghesia, ma di unire nella lotta contro la borghesia l’intero campo del lavoro, dei precari, dei disoccupati. Solo un’opposizione politica e sociale, radicale e di massa, all’annunciato governo Renzi, può erigere una barriera, strappare risultati, ribaltare i rapporti di forza, aprire la via di un alternativa dei lavoratori. Ogni altra politica sarebbe solo una capitolazione al populismo confindustriale renzista. E un insperato carburante per il movimento reazionario a 5 Stelle.
PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI