Con la Legge 30 marzo 2004 n.92 il Parlamento ha dichiarato il 10 febbraio “Giornata del Ricordo”. In realtà un tentativo di squallido revisionismo sulla storia dell’occupazione dell’esercito italiano della Jugoslavia e delle attività militari nei territori dei confini orientali; una riscrittura falsificata utile agli inciuci nazionalisti unitari della politica dell’oggi .
Col passare degli anni la storiografia “progressista”, invece di fare chiarezza sulle menzogne di marca fascista e neoirredentista, si è invece appiattita su di esse, e troviamo oggidì sindaci “progressisti”, storici “democratici” ed esponenti del centrosinistra sostenere le stesse tesi che fino a dieci – quindici anni fa erano patrimonio esclusivo degli ambienti della destra più retriva, con l’unica differenza che dalla “causa etnica” (“infoibati sol perché italiani”) si è passati a quella “politica” (“infoibati perché contrari al comunismo titoista”). Tutto ciò ovviamente è strumentale alla demonizzazione del comunismo…..
«La storia viene usata per l’oggi, per le esigenze politiche attuali. Si tratta di una campagna di intossicazione delle coscienze con ri-scritture, reinterpretazioni e falsità belle e buone, funzionali, da una parte, alla mobilitazione nazionalista, alla diffusione di stereotipi sciovinisti e razzisti, assunti ormai anche da buona parte del ceto politico di sinistra;dall’altra, alla criminalizzazione di chi oggi non si piega alle compatibilità del sistema capitalista. Tale campagna si concretizza anche nella legittimazione dei fascisti odierni, che diventano portatori di una ideologia come le altre. Una ideologia dell’ordine, della sicurezza, autoritaria, fatta propria da buona parte del ceto politico autodefinitosi democratico. In questi anni molti si sono resi conto del significato della giornata del Ricordo e molte sono state le iniziative per combattere questa campagna di intossicazione. È, però, necessario combattere con maggior efficacia, unendo le forze e le conoscenze». [Dalla quarta di copertina del libro: Foibe, revisionismo di stato e amnesie della repubblica. Ed Kappa Vu 2008]
«Per troppi decenni, sulle foibe, si sono scritte le menzogne più infami, dimenticando che nei Balcani il lavoro sporco lo hanno compiuto interamente gli italiani, seguendo precise direttive dei più bei nomi del gotha dell’esercito di Mussolini». [ Angelo Del Boca pag 21 Foibe, revisionismo di stato e amnesie della repubblica. Ed Kappa Vu 2008]
«Durante l’occupazione dall’11 aprile 1941 all’8 settembre 1943 gli invasori italiani, nella sola provincia di Lubiana hanno fucilato 1.000 ostaggio, ammazzato proditoriamente oltre 8.000 persone, fra le quali alcune erano state prosciolte dal famigerato tribunale militare di guerra di Lubiana; incendiarono 3.000 case, deportarono nei vari campi di concentramento in Italia oltre 35.000 persone, uomini, donne e bambini, e devastarono completamente 800. Attraverso la questura di Lubiana passarono decine di migliaia di sloveni. Là furono sottoposti alle più orrendi torture, donne vennero violentate e maltrattate a morte. Il tribunale militare di Lubiana pronunciò molte condanne all’ergastolo e alla reclusione, cosicché nel solo campo di Arbe perirono di fame più di 4.500 persone.» [Di Sante, Italiani senza onore, citato in Angelo del Boca, Italiani brava gente?]
Intervista con lo storico Sandi Volk sul Revisionismo di stato, sulle falsificazione delle Foibe e sulla giornata del ricordo. [Lo storico si occupa di storia contemporanea del confine orientale italiano con particolare riguardo alla questione dei profughi istriani e dalmati. Ha pubblicato numerosi saggi tra cui: Esuli a Trieste. Bonifica nazionale e rafforzamento dell’italianità sul confine orientale- Ed. Kappa Vu, 2004]
Intervento di Alessandra Kersevan.[Ricercatrice di storia dello studio della storia del Novecento delle terre del confine orientale. Nel 2003 ha pubblicato una dettagliata ricerca su: Uncampo di concentramento fascista. Gonars 1942-1943. Nel 2008 ha pubblicato: Lager italiani. Pulizia etnica e campi di concentramento fascisti per civili jugoslavi, 1941-1943. Nel 1995ha pubblicato il dettagliato studio su una delle più controverse vicende della Resistenza italiana: Porzus. Dialoghi sopra un processo da rifare].