Mercoledì scorso scrivevamo :
“Per il momento, salvo imprevisti, tutto si sta tristemente avviando verso la chiusura concertata dell’ azienda con qualche concessione caritatevole ai lavoratori proporzionale all’attuale livello del conflitto, cioè una presa per il culo per quelli che rimarranno senza lavoro.”
Due giorni dopo il “Resto del carlino” e il “Corriere di Forlì” annunciavano trionfalmente l’avvenuto accordo fra Dometic e sindacati, secondo il quale, si sarebbe ricorso a due anni di cassa integrazione a rotazione e dopo: la messa in mobilità dei lavoratori.
Ebbene, la notizia è risultata poi assolutamente falsa. Addirittura i lavoratori hanno chiesto chiarimenti ai suddetti organi di stampa ma senza riuscire , per il momento, ad ottenere soddisfazione.
Ipotizziamo che a qualche sindacalista sia scappato improvvidamente qualcosa in merito alle proprie intenzioni ( ottenere un qualche ammortizzatore sociale ) e il giornalista lo abbia male interpretato.
Ma, anche considerando che i nostri gloriosi giornali locali non hanno mai brillato per serietà professionale, è un episodio di scarsa importanza….. Forse !
Comunque sia quello che conta è che la situazione è rimasta più o meno quella di prima: i lavoratori continuano a stare in azienda nell’orario di lavoro a salario pieno anche se ,ormai,la produzione è ferma.
La sola differenza, rispetto ai due mesi successivi all’annuncio della proprietà di voler delocalizzare, è che continua ad essere attivo il presidio al di fuori dei cancelli, per impedire altri tentativi di svuotare il magazzino da parte della stessa; nottetempo o fuori orario di lavoro, come ha già tentato di fare.
Una situazione abbastanza anomala e non di facile soluzione anche perché, non essendo la Dometic un’azienda in stato di crisi, non potrebbe usufruire della Cassa Integrazione.
Ma l’obbiettivo dei sindacati è sempre quello: e cioè contrattare con lo Stato e con l’azienda per ottenere un paio d’anni di “respiro” per coloro che perderanno il lavoro, con l’aggiunta magari di una qualche “buonuscita”.
Cioè nessun segnale della volontà di portare avanti una lotta radicale per mantenere aperta l’azienda e bloccare i licenziamenti: l’unica soluzione in grado di soddisfare i bisogni dei lavoratori.
Comunque il tempo passa e non ci sembra possibile che l’azienda sarà ancora a lungo disponibile a corrispondere il salario ai lavoratori di uno stabilimento improduttivo, per di più in assenza di un qualsiasi accordo.
Per cui è molto probabile che le trattative siano attualmente in corso e non vorremmo che la notizia dell’accordo, riportata erroneamente dal Carlino e dal Corriere, si trasformi a posteriori in una previsione azzeccata; sarebbe davvero una beffa! …. A meno che, l’accordo, ci fosse davvero ma sia saltato all’ultimo momento e nessuna delle parti è disposta ad ammetterlo.
Se così fosse si spiegherebbero molte cose. Vedremo !
Intanto ci appelliamo alla FIOM di Forlì e al segretario Bulgarelli affinché sia coerente con le ultime dichiarazioni del segretario nazionale Landini.
Cellula operaia PCL Forlì-cesena