• Senza categoria

Dometic: adeguare la lotta ad un programma di rivendicazioni di valore universale

I lavoratori devono uscire dalla difensiva e mettere in discussione finalmente i privilegi della” proprietà” di tanti padroni bancarottieri, sempre pronti a privatizzare i profitti e a socializzare le perdite.
Per cui:  se l’azienda vuole chiudere bisogna contestarne la chiusura, rivendicando la nazionalizzazione e il controllo operaio sulla produzione.
E’ una rivendicazione che risponde a un principio elementare: finirla con l’assistenzialismo pubblico verso le imprese e le banche, a danno di chi vi lavora e dell’interesse generale della società.
Se si spendono risorse pubbliche per salvare un’azienda, pubblica deve essere la sua proprietà e il suo controllo.
Si nazionalizzino le imprese, non i loro debiti!
Si licenziano i licenziatori, non chi lavora!
In altri paesi, di fronte alla crisi, settori d’avanguardia del mondo del lavoro hanno avanzato la rivendicazione della nazionalizzazione delle aziende in crisi. Talvolta combinandola con l’occupazione delle aziende e l’esercizio diretto della gestione operaia della produzione( Argenti
na). Spesso con risultati positivi di difesa dei posti di lavoro. In ogni caso spostando in avanti rapporti di forza e terreno di confronto: sia verso il padronato e i governi, sia all’interno dello
stesso movimento operaio e sindacale.  E’ ora che i lavoratori italiani comprendano questa lezione. E’ ora che i sindacati che hanno portato a sconfitte in serie (anche nel nostro territorio: Micromeccanica, Croci,Elertrolux, ecc) facciano autocritica e cambino registro!
Salvare la Dometic si può e questa è una battaglia il cui risultato sarà determinato dai lavoratori della Dometic, perché su una cosa si può esser certi: l’iniziativa operaia che parta da questi presupposti costringerà anche il peggior sindacato, suo malgrado, a seguire e sostenere i lavoratori in una prospettiva finalmente vincente.
NO AI LICENZIAMENTI; UNITI LICENZIAMO I PADRONI!

Cellula operaia PCL Forlì Cesena 

Potrebbero interessarti anche...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.