Il pendolo tra centrosinistra e centrodestra su cui hanno costruito per 20 anni le proprie fortune ha usurato la propria credibilità, agli occhi di milioni di lavoratori disillusi. La cosiddetta seconda Repubblica sta affondando negli scandali, ma la risposta a tutto questo non sta nel populismo reazionario di Grillo (oggi unicamente a caccia di voti).
L’unica risposta è nella ribellione sociale!
Nella prospettiva del rovesciamento della dittatura degli industriali, dei banchieri e dei loro partiti.
Nella costruzione di un ordine nuovo in cui siano i lavoratori a comandare.
Nella costruzione quindi del partito che si basa su questo programma di liberazione: il Partito Comunista dei Lavoratori.
GALEATA: PRESENTATE CINQUE LISTE…MA NESSUNA REALE ALTERNATIVA!
Il capitalismo ha fallito, in Italia, in Europa e in tutto il mondo.Ed è fallita ogni pretesa di “riformarlo”.Gli industriali distruggono posti di lavoro, abbattono i salari, cancellano i diritti, al solo scopo di difendere i propri profitti.I banchieri impongono la distruzione delle pensioni, della sanità, della scuola, al solo scopo di incassare il pagamento degli interessi sui titoli di Stato in cui hanno investito.Eppure a Galeata le cinque liste che si presentano alle elezioni si
misurano sulle aiuole e l’Adsl; il Wi-Fi e le rotatorie! …..Non è accettabile!
Liberamente di Elisa Deo si presenta come il “nuovo” che puzza di vecchio.
La lista di Milanesi che si discosta di nulla dal sindaco uscente accetta le regole imposte dalla UE delle banche (che sostengono la Spending review), ma da buon imbonitore parla di una presunta “Identità di Galeata”, mentre molto più prosaicamente ci fa sapere che continuerà la logica imposta dalla Deo: sostituire ogni forma di welfare con la logica privatistica di una Rete associativa (sic!).
La destra di Venturi sbandiera ai quatto venti la sua intenzione di regalare soldi alle scuole dei preti e di riempire di Carabinieri un comune di 2500 abitanti; mentre il candidato di Grillo che definisce sprezzantemente “ospiti xtracomunitari” i lavoratori immigrati, recupera dalle fogne il tentativo di scaricare il malessere sociale sui migranti e si propone di colmare elettoralmente il “vuoto” lasciato dalla Lega!
La sedicente sinistra, in questa orgia di idiozia non si distingue, ma finisce sul solito binario morto del keynesismo avanzando il ritrito programma anti-marxista in cui abbonda la retorica ormai anacronistica: dell’economia sostenibile, del bilancio partecipativo, dell’e-democracy, ma dove sopra ogni cosa lascia basiti l’assenza della critica all’economia politica e una proposta alternativa rispetto al quadro di compatibilità di un capitalismo ormai agonizzante.
UN MOMENTO DI CHIARIFICAZIONE POLITICA
Quanto appena detto ci obbliga ad un approfondimento:
Se è evidente la nostra totale opposizione alle quattro liste partorite da centrodestra-centrosinistra-grillo, è bene chiarire ulteriormente perchè non è sufficiente candidarsi sotto l’insegna della “falce martello” per essere comunisti.
A costo di risultare ripetitivi avanziamo alcune considerazioni a partire dal bilancio partecipativo, la cui attuazione in diversi comuni ha già dimostrato di essere una molto modesta -e, per di più, solo apparente- cessione di potere da parte dell’istituzione comunale per conseguire la pace sociale necessaria alla perpetuazione di politiche di ompatibilità di bilancio e che certamente non sono di favore per le classi subalterne.
La drammatica “questione abitativa” è invece affrontata con un mix di liberismo e assistenzialismo, affidando all'”autocostruzione”, alle “agevolazioni”, e a “sgravi delle imposte ai locatari” (sic!) la risoluzione del problema, senza attaccare minimamente la speculazione.
Ancora una volta risulta ridicolo il “civismo di sinistra” che finisce per rincorrere la destra alimentando i deliri securitari e avanzando “l’intento di potenziare il controllo da parte delle forze dell’ordine” (sic!).
Ancora una volta la rimozione delle categorie classiche del movimento operaio (socialismo, comunismo, classe, operai, lavoratori) dimostrano una sostanziale volontà di approdare ad una società in cui ci sono diseguaglianze e “poveri” ma non si indaga le ragioni del perché vi siano queste distinzioni di classe.
Non siamo tutti cittadini; ma lavoratori e padroni; disoccupati e banchieri; giovani senza futuro e figli di papà!O si lotta per una società senza classi o ogni appello al “welfare” nella attuale situazione economica mondiale è solo n’innocua omelia.
La necessità oggi più che in passato passa dal “trasformare l’esistente, e non amministrarlo”.
QUALE PROGRAMMA E QUALE ALTERNATIVA?
Ogni invettiva contro “i politici” che non metta in discussione il capitalismo (come fanno i grillini) è solo una truffa:
usata ciclicamente dagli stessi capitalisti per rafforzare ulteriormente il proprio potere di comando, tagliare ancor più servizi e lavoro ( magari nel nome della “lotta agli sprechi”), accaparrarsi nuove risorse pubbliche ( magari nel nome della “lotta ai privilegi” della “politica”), imporre il monopolio del proprio finanziamento dei partiti ( magari gridando contro “il finanziamento pubblico”). E’ accaduto 20 anni fa col varo della seconda Repubblica, nel nome della… “ moralità della politica”, sotto le bandiere di “Mani Pulite” , della Lega, e dell’inganno federalista. E’ ciò che tende a riproporsi oggi, in forme diverse, sotto la pressione di mille populismi alla moda. Ai lavoratori diciamo: occhio alla ( ennesima) truffa!
Solo una rivoluzione sociale anticapitalista può realizzare una alternativa vera.
Il PCL è l’unico partito della sinistra italiana che ha combattuto dall’opposizione sia il centrodestra che il centrosinistra. L’unico che non si è mai venduto per assessorati o ministeri. L’unico che ha le mani pulite di fronte ai lavoratori. E ciò perchè è l’unico a battersi per una alternativa di società in cui a comandare siano i lavoratori e non gli industriali, i banchieri, i loro partiti, i loro governi.
Non è più il tempo di programmi “pseudo-pragmatici” che finiscono per scontrarsi con una realtà che non ammette più tentennamenti tra le due ipotesi in campo: o socialismo, o barbarie.
AVANZIAMO IL PROGRAMMA ANTICAPITALISTA:
OLTRE LE URNE… NELLE STRADE!
1) Per sottrarre alla speculazione privata i servizi essenziali. Vogliamo la “rimunicipalizzazione”, sotto il controllo dei lavoratori e degli utenti, di acqua, gas, trasporti e di tutti gli uffici pubblici e servizi appaltati ai privati (con assunzione a tempo indeterminato di tutti i dipendenti).
2) Contro i licenziamenti: le aziende in crisi ai lavoratori!In questi anni le aziende hanno goduto di agevolazioni di ogni genere sia normative che economiche dallo Stato e dalle amministrazioni locali.Noi diciamo: le aziende che chiudono, licenziano o esternalizzano, devono essere nazionalizzate (senza alcun indennizzo), sotto il controllo dei lavoratori e gestite con il supporto tecnico e politico degli enti locali.
3) Per il diritto alla casa e contro la speculazione. Rivendichiamo un grande piano di edilizia pubblica contro la speculazione immobiliare, la requisizione degli alloggi sfitti (salvo la piccola proprietà familiare) da dare a chi ne ha bisogno (con affitti non superiori al 10% del reddito familiare), allo scopo anche, di far emergere gli affitti in nero a studenti e stranieri.Rivendichiamo inoltre l’istituzione di un fondo di sostegno alle famiglie contro i mutui strozzini.
4) Per la scuola pubblica e la laicità dell’istruzione:Riaffermiamo la laicità della scuola pubblica a partire dalla scuola materna e dagli asili che devono rispondere in pieno ai bisogni delle famiglie.
Per fare questo proponiamo il blocco immediato di ogni finanziamento pubblico o facilitazione alle scuole private (o di proprietà del clero), oltre che l’estensione dell’IMU alle proprietà della chiesa.
5) Per l’ambiente e la qualità della vita. Stop ad ogni opera cementificatrice o inquinante ( nuove strade, ponti o ampliamenti dell’esistente), chiusura progressiva degli inceneritori, insieme alla messa a punto di tecnologie di riciclaggio e recupero.
Costruzione di una rete di trasporti pubblici . Urbanizzazione pianificata e a misura d’uomo, riconversione obbligata (pena esproprio) delle aziende inquinanti.
6) Per abbattere i costi della politica borghese. Rivendichiamo che i compensi delle cariche istituzionali (dal parlamento alle giunte locali) non superino il salario medio di un operaio.
Solo l’irrompere della classe operaia nella scena politica può imporre questo programma a Galeata come dappertutto.
Solo la costruzione dell’organizzazione dei lavoratori, dei disoccupati e della gioventù proletaria può dirigere il cambiamento.
NESSUN VOTO AI PARTITI E AI MOVIMENTI DEL CAPITALE!
NESSUN VOTO AI RIFORMISTI CHE NON HANNO PIU’ NULLA DA OFFRIRE!
COMBATTI CON NOI PER IL GOVERNO DEI LAVORATORI!
UTILIZZIAMO QUESTE ELEZIONI PER RAFFORZARE
IL PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI.
L’UNICA ALTERNATIVA AL FALLIMENTO DEL SISTEMA CAPITALISTA