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Di quale sinistra hanno bisogno i lavoratori ? Le illusioni su Vendola e la socialdemocrazia europea.

Testo del volantino che verrà distribuito dal PCL alla manifestazione del SEL  dell’ undici Maggio a Roma.

Cari/e compagni/e, 
chi è venuto oggi in questa piazza cerca giustamente un’alternativa di riferimento al disastro della sinistra italiana. Può trovarla in gruppi dirigenti che sono parte di questo disastro? Lo chiediamo col rispetto dovuto ai compagni e alle compagne con cui condividiamo, quotidianamente, tante battaglie comuni sul fronte del lavoro, dei diritti democratici, dell’ambiente. Ma anche con la schiettezza che proprio quel rispetto richiede.

LA CRISI DEL PD E DI CHI LO HA INSEGUITO

In questa fase non si consuma solamente la crisi profonda del PD, di un partito nato dalla rottura col movimento operaio e con la sinistra, e infine approdato all’abbraccio esplicito con Berlusconi (su comando degli industriali, delle banche, del Vaticano). Si consuma anche il fallimento di quella sinistra cosiddetta “radicale” che per 20 anni ha perseguito e praticato l’alleanza col PDS/DS/.. PD: sempre con la pretesa formale di condizionarlo a sinistra, sempre col risultato di subordinarsi alle sue politiche confindustriali e ai suoi disastri politici. Come è avvenuto con la corresponsabilizzazione nei due governi Prodi, e il voto conseguente alla precarizzazione del lavoro, alla detassazione dei profitti, persino alla guerra. La parabola autodistruttiva del lungo ciclo di Rifondazione comunista è l’esito ultimo di questo fallimento.

SINISTRA E LIBERTA’: LE GIRAVOLTE ALLA CORTE DEL PD

Ma questo fallimento interroga tanto più Sinistra e Libertà e il suo gruppo dirigente. Il gruppo dirigente di SEL ha reagito alla disfatta di Rifondazione, di cui è stato partecipe, portando alle estreme conseguenze proprio la politica che ne ha originato la disfatta: la subordinazione ai liberali e il governismo coi liberali. Giungendo non solo a realizzare una coalizione elettorale di governo con un PD sostenitore di Monti e delle sue politiche antioperaie su lavoro e pensioni. Ma addirittura (sino a poche settimane fa) a rivendicare una propria possibile unificazione col PD: ciò che avrebbe dissolto SEL in un partito liberale, trasformando Vendola in un concorrente scalatore della sua leaderschip.

Si dirà che quell’ipotesi ora è archiviata e che ora “si rilancia la sinistra”. Ma QUALE sinistra si rilancia? Questo è il punto.
E’ vero: non è più possibile unificarsi col PD perchè il PD è in agonia, e dunque si punta a raccogliere forze occupando un campo alla sua sinistra. Ma subito si precisa che la sinistra che si vuole costruire è una sinistra “di governo”; che la sua collocazione sta nella “socialdemocrazia europea”; che non si vuole alcuna rottura col PD ed anzi si punta in prospettiva alla ricomposizione del centrosinistra ( persino con Renzi); che di conseguenza l’opposizione al governo Letta/ Alfano sarà “costruttiva” e “responsabile”, al fine di non rompere il cordone ombelicale con gli alleati di ieri e di domani.
La candidatura al governo in alleanza col PD resta la stella polare del gruppo dirigente di SEL. Persino di fronte all’alleanza tra PD e Berlusconi.

LA SOCIALDEMOCRAZIA EUROPEA: UN GOVERNO DEI SACRIFICI

“Sinistra di governo!” si esclama. E si rivendica la socialdemocrazia europea. Ma la socialdemocrazia in Europa governa contro i lavoratori. Lo ha fatto in Germania con Schroeder e poi in coalizione con la CDU, attaccando le vecchie conquiste del Welfare. Lo ha fatto in Spagna con Zapatero, allargando ulteriormente la precarizzazione del lavoro. Lo ha fatto in Grecia col Pasok, gestendo le politiche di rapina del capitale finanziario. Lo fa oggi in Francia con Hollande, che sta liberalizzando i licenziamenti ( e precipitando nei consensi), in perfetta coerenza con la tradizione della socialdemocrazia francese. E’ questo il futuro che si vuole offrire al movimento operaio e alla giovane generazione?

La verità è che il capitalismo in crisi non ha più niente da dare ma solo da togliere alla maggioranza della società. E che ogni governo di questo sistema, quale che sia il suo colore, è solo un gestore di sacrifici al servizio degli industriali e dei banchieri.

PER UNA ALTERNATIVA ANTICAPITALISTA

C’è bisogno, è vero, di “ricostruire la sinistra”. Ma una sinistra che si liberi da ogni illusione. Che rompa coi partiti liberali. Che si batta per sviluppare un’opposizione radicale e di massa al padronato e ai suoi governi. Che si batta per unire il movimento operaio e tutti gli sfruttati contro il capitalismo per un alternativa di società. Che si batta insomma per un governo dei lavoratori, basato sulla loro forza e sulla loro organizzazione: l’unico governo che possa bloccare i licenziamenti; nazionalizzare le aziende che licenziano; ripartire il lavoro fra tutti con la riduzione dell’orario di lavoro a parità di paga; dare un salario dignitoso ai disoccupati che cercano lavoro; abolire il debito pubblico verso le banche e nazionalizzarle senza indennizzo per i grandi azionisti… Fuori da questa prospettiva anticapitalista e rivoluzionaria, c’è solo la rassegnazione all’imbarbarimento sociale, e il rischio di derive populiste e reazionarie.( Magari a 5 Stelle: con un comico milionario che vuole abolire il sindacato in quanto tale e realizzare una Repubblica plebiscitaria).

Il PCL rivendica il più ampio fronte unitario di lotta di tutte le sinistre- politiche, sindacali, associative, di movimento- in contrapposizione al governo Letta e a tutti i partiti che lo sostengono, sulla base di un programma di svolta.
E al tempo stesso si candida a raccogliere e organizzare attorno a un progetto rivoluzionario tutti i compagni e le compagne della sinistra che vogliono rompere coi gruppi dirigenti della disfatta e con le loro politiche fallite. E che non vogliono rassegnarsi all’orizzonte del governo dell’esistente.

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

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