di ONIDE .
In uno studio dall’arredamento freddo, con un pubblico cartonato e un giornalista moderatore,ancor meno vivace del pubblico stesso, abbiamo assistito martedì sera ad uno dei primi dibattiti tv in cui Marco Ferrando fronteggiava alcuni esponenti della classe politica al servizio della borghesia .
Oltre al nostro grande Marco c’era un’impresentabile “onorevole” Boccia del PD, il don “Baldassarri” della lista Monti, il “moderatissimo” Paolo Romani del PDL , un carnevalesco Oscar Giannino della lista “Fare ecc…” ed in collegamento video un barcollante Ferrero ( che conosciamo anche troppo bene…) .
Propongo una veloce carrellata sull’ignobile passato degli altri ospiti:
Onorevole Impresentabile Francesco Boccia (PD) : classe ’68, laureatosi alla Bocconi e bocciato 2 volte nelle primarie pugliesi a vantaggio di Vendola. Può vantare trascorsi alla London School of Economics ed è stato Visiting Professor alla University of Illinois, Chicago, nel 2002. Professore associato di Economia aziendale presso la LIUC di Castellanzadal 2003, è stato consigliere economico del Ministro dell’Industria Enrico Letta(dal 1998al 2001) e poco dopo ha aderito alla Margherita. Dal 2008 è onorevole. Un vero Barone del capitale.
Onorevole Don Mario Baldassarri (lista Monti): classe ’46. Ottenuta la laureain economianel 1969, si è specializzato presso il Massachusetts Institute of Technologyseguendo gli insegnamenti di Franco Modigliani, Robert Solow e Paul Samuelson. Ha ottenuto una cattedrauniversitaria, insegnando principalmente all’Università di Bologna come ordinario di Economia (1980–1988), per poi entrare nella facoltà di economia dell’Università “La Sapienza”di Roma. Ha insegnato anche all’Università di Torino e all’Università “Cattolica”di Milano. Negli anni ottantaha ricoperto per sei anni il ruolo di consigliere d’amministrazione dell’ENI, e per quattro anni quello di consigliere economico all’EFIM. È stato consigliere economico presso il Ministero delle Finanze, il Ministero del Bilancio, il Ministero del Tesoro, la Presidenza del Consiglio dei ministri e Confindustria. Curiosità: prese parte con Prodi alla “seduta spiritica” che rivelò il nascondiglio BR che deteneva Moro. Dal 2006 è senatore, eletto in AN, poi passato a Futuro e Libertà.
Onorevole Moderatissimo Paolo Romani (PDL): classe ’47. In parlamento dal ’94. Si distingue per il fallimento di Telelombardia ( da cui ne è uscito con un pagamento al curatore fallimentare di € 400.000). E’ stato sottosegretario allo sviluppo economico dell’ultimo governo Berlusconi con delega alle telecomunicazioni. Famoso per l’incompiuto Piano Romani che prevedeva la banda larga in tutta Italia entro il 2012 ( poi affossato dalle politiche dello stesso governo), e sospettato di collateralità rispetto a Mediaset, per le seguenti azioni:
– l’autorizzazione a Mediasetad occupare il canale 58 per il digitale ad alta definizione(agosto 2010), considerata un regalo ad un privato per permettergli di sperimentare l’alta definizione prima del beauty contest, modalità alternativa e meno concorrenziale rispetto alla gara d’asta;
– il lobbying (concertato con quella del presidente di Mediaset Fedele Confalonieri) per impedire a Sky di ottenere dalla Commissione Europea e dal suo commissario Joaquín Almunia una deroga per partecipare all’asta sulle frequenze per il digitale terrestre. L’intervento di Romani e Confalonieri ha causato l’irritazione di Almunia. Il “Financial Times” scrisse «il governo italiano usa trucchi per condizionare la Ue».
– il progetto di una nuova rete telefonica superveloce, lanciata assieme a Vodafonee Winde rimasto al palo;
– la mancata definizione di una gara d’astaper passare alla banda larga le frequenze televisive liberate col passaggio al digitale terrestre.
Dott. Carnevalesco Oscar Giannino ( Fare per ecc..) : classe ’61, laureato in giurisprudenza. Giornalista economico ( Liberal, Il Foglio, il Riformista, il Mattino, Panorama, il Messaggero, il Gazzettino) vanta anni di militanza nel PRI. Si propone per fermare il declino ( così recita il nome del suo partito) si atteggia a professorone del capitalismo anche senza essere un vero professore … mah!
Ed infine, in rigoroso ordine decrescente di capacità dialettiche, il compagno Paolo Ferrero: classe 60’, a 17 anni si iscrive a DP e poi arriva a buttare la bandiera rossa con la falce e martello per confluire con Ingroia. Ha scelto , forse, l’ arancione giusto per essere al passo con la moda. Va in giro con la spilletta della palestina, c’è da chiedersi se ne conosca il significato …
Tornando al dibattito del 29-01-2013 a “Italia domanda” su Canale5, il primo ad essere interpellato è Giannino che , da vero commediante, con la catena della sua bicicletta, ma senza lucchetto, si lega i polsi giustificandosi del fatto che “ le tasse hanno incatenato gli italiani ” ; lui pensa così di rendersi solidale con il popolo elettore. Grande trovata … anche se l’oro dei suoi anelli e della sua spilletta, da circa 4 etti, non facciano trasparire lo stesso grado di disperazione. Che non mi venga a dire che sono “ricordi della nonna”, perchè non ci crede nessuno!
Finalmente tocca a Marco Ferrando: i concetti che esprime sono chiarissimi. Il capitalismo ha fallito in quanto dopo l’89 non c’è stato il bengodi, come è stato propinato a tutte le menti deviate del mondo. Inoltre punta il dito contro i governi di tutti i colori di questi ultimi 20 anni per le politiche liberiste : privatizzazioni e detassazione delle banche e dei derivati, e quindi condanna anche delle leggi del pacchetto Treu sulla precarizzazione del lavoro.
La palla passa a Baldassarri e Romani che , spalleggiati da Giannino, confermano “il fallimento dello statalismo e che la crisi è data dalla poca liberalizzazione!”Ma gli Stati Uniti non sono iper liberisti? E lì va tutto bene??? . Ma poi si rimangiano parte del discorso, “dando ragione” a Ferrando “sul fatto che il mercato ha bisogno di regole”. E qui va precisato che Ferrando non vuole regolare il capitalismo ma abolirlo. Inoltre: ma non era Berlusconi ad affermare ( e così tutti i liberisti-liberali) che il mercato si autoregolamenta? Mah!!??
Tocca ora all’ “impresentabile” Boccia che, dopo svariati tecnicismi sul capitalismo ( del tutto incomprensibili ai disoccupati ed ai lavoratori), butta lì la frecciatina sui baroni dell’università , mettendo in luce il fatto che il i giovani ricercatori sono precari ora e lo saranno sempre…( ma le soluzioni?).
Infine Ferrero, il carissimo Paolo! Propone di far girare il denaro, di dare regole al capitalismo…ma come…anche lui! Esauriti gli argomenti conclude l’intervento mettendola in caciara sulla Monte dei Paschi di Siena … pensa te che compagno!
Indi per cui possiamo affermare che le politiche economiche attuali , non hanno niente a che fare con il liberismo originale (economia classica) e nemmeno, ovviamente con il Keynesismo che ha dominato fini agli anni ottanta, ma nemmeno con le politiche economiche neo -classiche ( liberiste) dell’ultimo ventennio del secolo scorso. Pare che alcuni economisti le definiscano un ibrido e cioè Keynesismo-neo classico. In parole povere lo stato, che non interviene nel liberismo , interviene nel Keynesismo per sostenere la domanda (aumentando i salari ). Nell’attuale ordinamento capitalistico interviene per sostenere il capitale finanziario.
Quindi il caro Ferrero , inconsapevolmente, appoggia delle politiche neo-Keynesiane: bell’idea che viene da un “Rifondatore del Comunismo”…
Riparte il giro delle interviste e tocca a Ferrando: dà subito una soluzione per la finanza e cioè la nazionalizzazione delle banche e delle imprese che licenziano per liberare fondi per scuole, sanità e infrastrutture.
Il dibattito continua con Giannino, Boccia, Romani e Baldassarri, fieri sostenitori del capitale regolato, ma non troppo e del liberismo all’americana, ma anche alla britannica, senza condannare definitivamente la finanza creativa, girandoci attorno senza dare risposte ai lavoratori.
Ferrero si lamenta che non sente l’audio dello studio, guarda caso, solo quando Ferrando lo interrompe, ma ci sente eccome quando Ferrando punta il dito contro le politiche di detassazione dell’Irap (cuneo fiscale) del governo Prodi.
Ferrando continua con la sua arringa a sostegno dei lavoratori: finalmente arriva la proposta più importante che è quella del Governo dei Lavoratori, contro il capitale e le banche, contro ogni forma di precarizzazione ed a favore della distribuzione, non della ricchezza come dice Ferrero, ma del lavoro attraverso la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario ( che di conseguenza ridistribuisce la ricchezza, senza differenza di classe).
Ed infine , stranamente gli ultimi due interventi sono di Ferrando e Ferrero.
Ferrando conclude con un discorso molto semplice , coerente e serio: “si parla di tasse, ma chi paga le tasse?:” Chi ha subito la più grande aggressione sul proprio salario? Sono solo i lavoratori! Si tagliano scuola sanità, infrastrutture e vengono considerate SPESE ( invece che salario indiretto ovverosia servizi sociali).
Nessuno parla , per dirne due, dei 4-9 miliardi di euro che ogni anno si regalano alla chiesa cattolica, e le decine di miliardi di euro in spese militari ( senza contare gli ultimi acquisti di sommergibili e cacciabombardieri ) che ogni anno il cittadino paga per la difesa degli interessi coloniali dei capitalisti nel mondo.”
Ed infine , l’ultimo affondo sul Fiscal compact; a cui sia il giornalista che nessuno tra i politicanti avevano avuto il coraggio accennare. Ferrando , tranquillo come sempre, affonda l’ultima stoccata a fine trasmissione, mentre il giornalista tentava di cambiare discorso. “Ogni anno 50 miliardi, o più, di interessi che vengono regalati alle banche, porteranno solo alla rovina la classe lavoratrice . Pertanto non ci saranno più politiche differenti tra i vari schieramenti: si cambierà solo il capitano di una nave con una rotta di navigazione già scritta, dal governo Monti e dall’Europa”.
Ferrero sfuma la trasmissione dando ragione a Ferrando su tutto: ma la sua scarsa capacità dialettica fa sì che Ferrando prenda il sopravvento e che il cameraman faccia un primo piano su Giannino, mentre si mette le mani incatenate sulla testa pelata e lucida, in segno di disperazione. Il carnevalesco Oscar sa di aver perso la battaglia con Ferrando e le politiche del PCL , nonostante che ,dalla sua, ci fossero ben 3 alleati politici, oltre che all’inerzia di Ferrero.