Di Falaghiste –In effetti, la confusione è grande. Basta partecipare alla raccolta firme in un banchetto con la bandiera del Partito Comunista dei Lavoratori, per rendersi conto di come i vari venditori di frattaglie, da Vendola a Bertinotti, per non tornare indietro fino al mitico Berlinguer, abbiano devastato lo spirito della gente di sinistra e la mentalità delle classi lavoratrici in genere.
Se dovessimo descrivere con un solo aggettivo questa condizione dovremmo inventarne uno nuovo perché non ce ne sono di adatti a descriverla pienamente.
Sconforto, sfiducia, qualunquismo, disimpegno, disinteresse, insensibilità, apatia, indifferenza. hanno seminato a piene mani i suddetti poltronai, e c’è da stupirsi che ancora ci siano in giro compagni convinti che si può risalire la china; anzi che è proprio questo il momento giusto per ricominciare a farlo.
Eppure ce ne sono abbastanza da farci ben sperare in una crescita dell’attenzione rispetto al nostro programma politico di rivoluzione.
Certo ! Sono ancora pochi rispetto alla massa e rispetto alle necessità, ma non era affatto scontato che li avremmo incontrati in quelle poche ore di quei pochi giorni ( meno di un mese ) in cui ci siamo semi-congelati in giro per piazze e mercati della provincia . E questo vuol dire che ce ne sono molti altri che condividono le nostre idee ( il nostro programma ) ma che non abbiamo ancora incontrato.
Se il nostro simbolo, che è anche il loro, si troverà sulle schede elettorali ( come sembra probabile al momento) con loro ci teniamo a dividerne il merito.
Ma questo non ci basta! A questi compagni chiediamo, qualcosa di più !
Siccome siamo convinti che non è solo mettendo un segno su un pezzo di carta che davvero cambiano le cose, ma soltanto con una mobilitazione di massa contro questo sistema ingiusto e distruttivo, è necessaria la partecipazione attiva di un numero sempre crescente di nuovi militanti e sostenitori.
Questo è lo scopo principale per cui il PCL partecipa alle elezioni in un sistema che per sua natura lo esclude ed esclude ogni alternativa all’economia capitalistica: diffondere e far conoscere un programma che, non solo rappresenta nei suoi singoli punti le esigenze della maggior parte dei cittadini e propone le soluzioni per attuarle, ma prefigura nel suo complesso il modello di società a cui ci ispiriamo e crediamo realizzabile, cioè il socialismo.
A quelli che ci dicono che siamo pochi rispondiamo che è vero: siamo ancora un piccolo partito (anche se in crescita), ma soltanto quattro anni fa non c’eravamo e quindi vuol dire che le nostre idee non sono poi così estranee alla comprensione delle classi lavoratrici e, che le nostre difficoltà, sono tutte relative alla nostra scarsità di mezzi, condizione però scontata per una forza rivoluzionaria priva dei finanziamenti pubblici e delle laute tangenti che incassano i partiti borghesi di governo e falsa opposizione.
Per cui, a prescindere dal risultato elettorale, il PCL: la sinistra che non tradisce, ci sarà ancora.