Mentre il governo Monti colpisce duramente il mondo del lavoro per conto degli industriali e dei banchieri, col sostegno di tutti i loro partiti (PD, PDL, UDC), la Seconda Repubblica è in crisi profonda.
Colpita oltretutto da una nuova ondata di corruzione bipartisan.
Dovrebbe essere l’ora di una mobilitazione straordinaria del movimento operaio, per un’alternativa alle classi dirigenti fallimentari e ai loro partiti. Invece la burocrazia dirigente della CGIL non vuole trasformare la “critica” al governo in una lotta vera, perché non vuole rompere con Bersani.
E la stessa Direzione della FIOM non vuole trasformare la propria “critica” alla linea della CGIL in una linea alternativa complessiva di unificazione e radicalizzazione della lotta operaia.
Il risultato generale è la paralisi e la divisione dell’opposizione sociale. Sotto i colpi di un padronato sempre più arrogante.
TORNA LA TRUFFA POPULISTA
In questo quadro si allarga nuovamente lo spazio del “populismo”, come strumento d’inganno dei lavoratori. Venti anni fa la crisi della Prima Repubblica si accompagnò all’ascesa del leghismo e del giustizialismo, nel nome del sistema elettorale maggioritario, del mercato, di una ”nuova moralità della politica”.
In realtà si trattò una campagna truffaldina tesa a far leva sull’indignazione del popolo per ingannare il popolo, aggravando lo sfruttamento del mondo del lavoro e limitando i suoi spazi democratici di rappresentanza. Oggi, in forme diverse, tende a riproporsi lo stesso spartito. La stampa borghese che sostiene Monti contro i lavoratori ha rilanciato la campagna “contro i privilegi della politica”. E’ una truffa. I partiti dominanti (PDL, PD, UDC) stanno sul libro paga degli industriali e dei banchieri, tutti finanziati dalle loro regalie. Il populismo alla Grillo che si oppone “ai partiti”, ma non al capitale, diventa però in tempo di crisi non solo un diversivo, ma un calmiere sociale prezioso per la borghesia.
L’ILLUSIONISMO DELLE PRIMARIE
Le primarie del centrosinistra sono state una forma parallela di inganno. E’ vero: milioni di persone hanno cercato in esse uno strumento di svolta per la propria condizione. Ma hanno finito, di fatto, col premiare il principale sostenitore del governo Monti e delle sue misure antioperaie (Bersani); o coll’avviare la carriera di un giovane rampante populista che nel nome della “rottamazione della vecchia nomenclatura” esalta l’età pensionabile a 70 anni e la distruzione completa dell’articolo 18 (Renzi). Sulla base comune di una Carta d’intenti del centrosinistra – accettata da Vendola- che vincola il futuro governo ai programmi “lacrime e sangue” commissionati da industriali, banchieri e BCE. Altro che Primarie come “vittoria della democrazia”!
LA SOLUZIONE ANTICAPITALISTA, UNICA ALTERNATIVA
La verità è che non c’è alternativa al fallimento della Seconda Repubblica se non sul terreno anticapitalistico. E’ necessario unificare tutte le lotte di opposizione sociale in una lotta sola, radicale, continuativa, che cacci assieme a Monti e ai partiti che lo sorreggono, anche gli industriali e i banchieri che li finanziano.
Solo una Repubblica dei lavoratori può liberare la società dalla dittatura del profitto, e la politica da corruzione e malaffare: dando il potere agli operai e organizzando uno Stato nuovo e a “buon mercato” in cui consiglieri e deputati godano di uno stipendio pari a quello medio di un impiegato e siano permanentemente revocabili dai loro elettori. E’ il programma del comunismo rivoluzionario, oggi più attuale che mai, ripreso dal Partito Comunista dei lavoratori. L’unico ad opporsi con coerenza a tutti i partiti borghesi ma anche alle (ennesime) truffe populiste. L’unico a battersi per il socialismo, quale unica via di liberazione.