La disoccupazione giovanile (cioè fra i 15 ed i 24 anni), è salita al 30,1%, (un aumento dello 0,9%) dai dati registrati in ottobre, mentre l’aumento sarebbe addirittura dell’1,8% rispetto all’inizio dell’anno scorso.
Continua a crescere anche l’incidenza della disoccupazione per periodi di tempo molto lunghi (ossia di almeno 12 mesi), raggiungendo nel terzo trimestre del 2011 una percentuale del 52,6%, rispetto allo stesso trimestre del 2010, in cui si attestava sul 50,1%.
Secondo l’Istat, che ha paragonato questi dati con tutti quelli in proprio possesso negli ultimi trent’anni tramite il metodo del confronto tendenziale, un simile livello non era mai stato raggiunto fin dal terzo trimestre del 1993.
Tutte le ricette liberali anti-crisi sono fallite.
Tutte le illusioni liberali o keynesiane, tutte le ricette dei sacerdoti del capitale, sono di fronte al proprio fallimento. Il dispendioso soccorso dei banchieri a spese dei contribuenti non inverte la china della crisi, né in America né in Europa.
Una più larga ondata recessiva minaccia una volta di più la condizione di vita di centinaia di milioni di lavoratori, già gravati da decenni di sacrifici.
La verità è che solo una prospettiva anticapitalistica può indicare una via d’uscita reale dalla crisi economica e sociale in cui stiamo vivendo.