Le prospettive di una evoluzione mondiale
di Lev Trotsky (1924)- Sono trascorsi dieci anni dall’inizio della guerra imperialista. Durante questo decennio, il mondo è notevolmente cambiato, ma molto meno di quanto supponevamo e prevedevamo dieci anni fa. Consideriamo la storia dal punto di vista della rivoluzione sociale. Questo punto di vista è, allo stesso tempo, teorico e pratico. Analizziamo le condizioni delle evoluzioni così come si formano senza di noi e indipendentemente dalla nostra volontà, per comprenderle e agire su di esse tramite la nostra volontà attiva, cioè con la nostra volontà di classe organizzata. Questi due aspetti nel nostro modo marxista di affrontare la storia sono legati indissolubilmente. Se ci si limita a constatare ciò che avviene, in definitiva si arriva al fatalismo, all’indifferenza sociale che, a certi livelli, assume l’aspetto del menscevismo, in cui c’è una gran parte di fatalismo e di rassegnazione di fronte agli avvenimenti. D’altra parte, se ci si limita all’attività, alla volontà rivoluzionaria, si rischia di cadere nel soggettivismo, che implica un gran numero di varietà: una è l’anarchismo, un’altra il socialismo rivoluzionario di sinistra; infine, è a questo soggettivismo che bisogna collegare i fenomeni che si verificano nello stesso comunismo e che Lenin ha definito «malattia infantile di sinistra». Tutta l’arte della politica rivoluzionaria consiste nel saper unire la constatazione oggettiva alla reazione soggettiva. E in questo consiste il leninismo. (Leggi tutto)