“Bisogna tagliare, perchè c’è la crisi e mancano i soldi”. Alzi la mano chi non ha mai sentito i propri amministratori comunali, siano essi di centro-destra o di centro-sinistra, giustificare così le sforbiciate operate ai danni dei servizi sociali. Anche il sindaco di Forlimpopoli (Zoffoli, PD) si omologa prontamente a questa canea liberal-reazionaria, di fatto dismettendo l’ospedale pubblico della città artusiana, uno degli ultimi rimasti nel circondario forlivese. L’affabulatore Zoffoli festeggia poi dichiarando che al suo posto verrà eretta una “Casa della salute”, “riducendo i costi e mantenendo i livelli qualitativi delle prestazioni”. Sì certo, e magari raggiungendo pure la pace nel mondo! Ma quando mai? I costi sì, diminuiranno, in maniera del tutto proporzionale però al calo del servizio offerto ai pazienti. Infatti, si passerà dagli attuali 58 posti letto disponibili ai 28 futuri; inoltre se oggi a Forlimpopoli vengono affrontati e curati tutti i codici, dal bianco al rosso, la Casa della salute affronterebbe solo dei banali codici bianchi. Sarebbe questo il tanto decantato “mantenimento dei livelli qualitativi delle prestazioni”? La verità è che, mentre un pugno di industriali e banchieri diventa sempre più agiato, la maggioranza della società diventa sempre più povera e contemporaneamente il territorio viene sempre più spogliato dei servizi sociali di base (sanità, scuola, ecc.). Non esiste più, se mai è esistito, un centro-sinistra di carattere progressista che può avanzare riforme sociali. Centro-destra e centro-sinistra sono uniti nel promuovere le contro-riforme e lo smantellamento dello stato sociale. Solo una vasta e prolungata ribellione sociale di massa, fondata sull’autonomia della classe lavoratrice, potrà invertire la rotta. Partito Comunista dei Lavoratori sezione Domenico Maltoni Forlì-Cesena