• Senza categoria

Condannati per antifascismo… succede a Forlì

I chiacchieroni della pseudo sinistra dei salotti buoni ci rifilano quotidianamente la diceria della Repubblica italiana nata dall’anti-fascismo e dalla Resistenza i cui valori sono stati “distillati” nella Costituzione che vide la luce nel 1948, la quale si ergerebbe (sempre secondo la favoletta democratica) a protezione del popolo, dei lavoratori, addirittura dei poveri.
Questa colossale mistificazione della realtà continua purtroppo a mietere vittime tra uomini e donne che, a volte in buona fede, pur professandosi di sinistra, talvolta persino “comunisti” o “anarchici”, si sentono tutelati dalla Costituzione che riveste la Repubblica italiana ed inscenano patetiche marciette in sua memoria e in sua difesa.
Pochi sanno però che questa Repubblica e questa Costituzione, all’atto stesso della loro nascita, hanno ereditato dal precedente stato fascista il famigerato codice Rocco, che legifera e reprime in materia di reati politici, associativi, d’opinione.
Insomma, alcune tra le peggiori leggi fasciste, quelle cioè che permisero al regime mussoliniano di azzerare, in questo paese, ogni traccia di opposizione di classe, sono nei fatti rimaste in vita. E utilizzando le medesime misure repressive lo Stato in cui viviamo, quello borghese della democrazia parlamentare, ha seguitato a vessare e colpire movimenti e lotte, compagne e compagni, intere organizzazioni politiche così come cani sciolti.
L’ultimo capitolo in ordine di tempo al memorandum della repressione statale, in costante aggiornamento, è accorso in questi giorni, ai danni di 4 nostri compagni (più altri 6 non aderenti al PCL) colpevoli di aver contestato, il 04/03/09, l’eurodeputato Roberto Fiore, ras di Forza Nuova, calato per un’iniziativa elettorale (in vista delle amministrative forlivesi) presso il centralissimo Hotel della Città. Insomma, i compagni che animarono allora il presidio anti-fascista, che fu peraltro pacifico e limpido, “alla luce del sole”, si beccano oggi decreti penali e pene pecuniarie che collettivamente ammontano ad alcune miglia di euro. Con questo comunicato intendiamo contrattaccare, passare da inquisiti ad accusatori, denunciare i nostri denunciatori ed evidenziare come l’anti-fascismo proletario sia di nuovo messo sotto processo e ne approfittiamo per lanciare fin da ora la proposta di una campagna locale e nazionale contro il codice Rocco, che funge da stampella legale per la repressione statale.
Il fascismo non è seppellito se non si seppelliscono le sue leggi.
Il fascismo non è seppellito se non si seppellisce il codice Rocco.

Potrebbero interessarti anche...

4 risposte

  1. Anonimo ha detto:

    Oh non lasciar morire l'infinita scintilla
    nella misura stretta della legge. (Paul Klee 1905)
    Madda

  2. Anonimo ha detto:

    condivido
    NG

  3. Anonimo ha detto:

    'art 18 del TULPS, ma non è incostituzionale?

    Mi rendo conto che citare la costituzione da parte mia possa sembrare anacronistico ma tant'è… sta di fatto che l'art 18 del TULPS, è incostituzionale, infatti recita: “I promotori di una riunione in luogo pubblico o aperto al pubblico devono darne avviso, almeno tre giorni prima, al Questore.
    E’considerata pubblica anche una riunione, che, sebbene indetta in forma privata, tuttavia per il luogo in cui sarà tenuta, o per il numero delle persone che dovranno intervenirvi, o per lo scopo o l'oggetto di essa, ha carattere di riunione non privata.
    I contravventori sono puniti con l'arresto fino a sei mesi e con l'ammenda da € 103,00 a 413,00.
    Con le stesse pene sono puniti coloro che nelle riunioni predette prendono la parola.
    Il Questore, nel caso di omesso avviso ovvero per ragioni di ordine pubblico, di moralità o di sanità pubblica, può impedire che la riunione abbia luogo e può, per le stesse ragioni, prescrivere modalità di tempo e di luogo alla riunione.
    I contravventori al divieto o alle prescrizioni dell'autorità sono puniti con l'arresto fino a un anno e con l'ammenda da € 206,00 a € 413,00. Con le stesse pene sono puniti coloro che nelle predette riunioni prendono la parola.
    Non è punibile chi, prima dell'ingiunzione dell'autorità o per obbedire ad essa, si ritira dalla riunione.
    Le disposizioni di questo articolo non si applicano alle riunioni elettorali”.
    Come può tale dettato accordarsi con l'art. 17 della Costituzione?
    “I cittadini hanno diritto di riunirsi pacificamente e senz’armi.
    Per le riunioni, anche in luogo aperto al pubblico, non è richiesto preavviso.
    Delle riunioni in luogo pubblico deve essere dato preavviso alle autorità, che possono vietarle soltanto per comprovati motivi di sicurezza o di incolumità pubblica”

  4. Anonimo ha detto:

    ho dimenticato la firma… Maddalena Robin

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.