Elezioni 2011: per l’alternativa anticapitalista
Il Partito Comunista dei Lavoratori (PCL) è presente con proprie liste indipendenti nelle prossime elezioni amministrative in quasi tutti i capoluoghi regionali (Milano, Torino, Bologna, Napoli, Catanzaro, Cagliari), in importanti competizioni provinciali ( Pavia, Treviso, Reggio Calabria) e di comuni capoluogo (Savona, Reggio Calabria), in diverse realtà minori. Complessivamente il PCL si conferma come l’unico partito a sinistra di Sel e Fds capace di una presenza nazionale diffusa. La nostra presentazione è pienamente autonoma e alternativa a centrodestra e centrosinistra, sulla base di un programma coerentemente anticapitalista. La parola d’ordine “ Fare come in Tunisia e in Egitto”, cacciare Berlusconi con la mobilitazione popolare, lottare per un governo dei lavoratori, sarà al centro della nostra campagna.
Nella nostra provincia sono chiamati alle urne 4 Comuni di piccole dimensioni, il PCL sarà presente con le proprie liste indipendenti e i propri candidati proletari, nei comuni di: Sogliano al Rubicone e Bertinoro. Nei comuni di Cesenatico e Gatteo, dove non sarà presente l’alternativa di classe invitiamo gli elettori al boicottaggio attivo delle elezioni.
CANDIDATO A SINDACO PCL PER BERTINORO
Martino Balelli Precario
LISTA CANDIDATI DEL PCL
Gori Benedetto Pensionato
Aroldi Edmondo Pensionato
Benini Filippo Disoccupato
Bianchetti Sauro Operaio- metalmeccanico
Castellini Massimiliano Operaio- metalmeccanico
Cicognani Marisa Pensionata
Guiducci Emanuele Operaio – tipografo
Monti Enrico Operaio- metalmeccanico
Pezzi Gianluca Disoccupato
Poli Francesco Operaio
Roncucci Liliana Operaia-metalmeccanica
Sonzogni Eliana Disoccupata
I COMUNISTI E LE ELEZIONI
Il Partito Comunista dei Lavoratori partecipa alle elezioni comunali di Bertinoro col preciso obiettivo di segnare la presenza di un punto di vista di classe autonomo e alternativo: quello del proletariato.
Nello stesso tempo vogliamo rendere cosciente la nostra base sociale, la classe subalterna e sfruttata e le loro avanguardie di lotta, che le elezioni rappresentano solamente uno dei momenti della lotta politica: soltanto l’azione sindacale e politica, le lotte unitarie e di massa, nella loro continuità ci possono assicurare
la possibilità di difendere e migliorare le nostre condizioni di vita e di lavoro sul piano internazionale, nazionale e locale.
Proprio la crisi capitalistica che in questi anni si è intensificata e sta attraversando anche il nostro territorio dimostrano che non c’è futuro dentro questo sistema, se non lottando per costruire un’altra società: il socialismo.
Per questo diciamo che solo attraverso l’autonomia sociale e politica dei lavoratori, l’indipendenza di classe dai partiti liberali, l’opposizione a tutti i governi della borghesia, siano essi di destra (o sedicenti di sinistra), è possibile contrapporsi alle loro politiche di sfruttamento al servizio della classe dominante.
LA CRISI CAPITALISTICA INTERNAZIONALE E LE CONSEGUENZE SUL TERRITORIO
Solo negli ultimi mesi nelle fabbriche della nostra provincia si è assistito a un declino produttivo e a un attacco padronale senza precedenti. Il “metodo Marchionne” si è fatto largo anche nella nostra realtà.
A Bertinoro in particolare la Grillo il 12 luglio 2010 ha negato l’assemblea sindacale, violando apertamente lo Statuto dei lavoratori. La Penta ha chiuso lo stabilimento a Bertinoro e si è trasferita a Faenza, lasciando in cassa integrazione a 0 ore 40 persone. Più in generale, nel primo semestre 2010 le ore di cassa
integrazione nella nostra provincia sono salite del 2817% e la cassa integrazione in deroga del 7600% (76 volte rispetto al 2009) con i settori edile e meccanico in enorme difficoltà.
Solo nel settore metalmeccanico inoltre ci sono stati, nei primi sei mesi del 2010, 2500 licenziamenti individuali e 1500 collettivi. Il 92% delle assunzioni è avvenuto per mezzo di contratti a termine.
I governi, a tutti i livelli, devono fare scelte chiare, non si può fare da spettatori a questa guerra di classe strisciante diretta dal padronato: o con i lavoratori o con i padroni, in mezzo non si può stare!
I LAVORATORI NELLA TENAGLIA DEL PADRONATO
Di fronte a questa drammatica situazione il governo regionale, la provincia e il comune non hanno fatto nulla.
Non basta criticare l’esecutivo nazionale berlusconiano e poi riprodurne le politiche a livello locale. Pd e Pdl rappresentano ad oggi due poli speculari della borghesia per questo porsi come alternativa di sinistra alle due destre significa recuperare la sfida del conflitto di classe.
IL NOSTRO PROGRAMMA: VERSO IL SOCIALISMO!
I lavoratori e le lavoratrici non devono e non vogliono pagare ancora una volta la crisi capitalistica provocata dalla grande borghesia (commerciale, industriale e bancaria) e dalle contraddizioni proprie del modo capitalistico di produzione. I lavoratori e le lavoratrici non devono e non vogliono subire ancora una volta la
speculazione, la devastazione ambientale, la privatizzazione dei trasporti, delle abitazioni, dell’acqua e dei servizi pubblici essenziali messi in atto dalle politiche dei governi padronali (nazionali, regionali e locali) per permettere alla borghesia di ricavare quel profitto che non riesce più ad ottenere nella produzione.
Il Partito Comunista dei Lavoratori ritiene che solo la mobilitazione ad oltranza del proletariato contro il padronato e il governo può suscitare quell’energia necessaria per spezzare le catene che avvolgono e immobilizzano la mente e le gambe della nostra classe. Un percorso di lotta che deve coinvolgere, a partire dalle rivendicazioni democratiche e parziali, tutte le forze politiche e sindacali del movimento operaio. Per questo lavoriamo alla costruzione di un polo autonomo di classe sul terreno delle lotte. E’ questo per noi il terreno dell’unità a sinistra.
Per questo il PCL di fronte alla drammatica situazione economica e sociale sostiene con tutte le proprie forze la necessità di costruire un coordinamento operaio delle aziende in crisi e in lotta, con delegati eletti in tutti i posti di lavoro, a cui deve essere affidata la reale direzione della lotta. Un coordinamento che per essere
efficace deve articolarsi a livello aziendale e territoriale, provinciale, regionale e nazionale.
Solo attraverso l’unità nella lotta è possibile rilanciare la richiesta di redistribuzione del lavoro, attraverso la riduzione dell’orario a parità di salario, e la nazionalizzazione, sotto controllo operaio e senza indennizzo, delle fabbriche in crisi e che licenziano. Nel loro insieme queste rivendicazioni presuppongono un’alternativa complessiva di società e di potere: la democrazia consiliare e i mezzi di produzione in mano ai lavoratori.
DAL “COMUNE ALLA COMUNE”: PER UNA BERTINORO FUORI DALL’EUROPA DEI BANCHIERI DI MAASTRICHT E PER IL SOCIALISMO INTERNAZIONALE
“In un epoca nella quale quasi tutti i deputati “socialisti” (scusate per la profanazione di questa parola!) d’Europa sono risultati sciovinisti e servi degli sciovinisti, nella quale il famigerato “europeismo” che seduceva i nostri liberali e liquidatori si è rivelato sciocca abitudine a una legalità servile (…) si è
ritrovato un partito operaio, i deputati del quale non brillavano per la retorica, né per i loro “agganci” nei salotti borghesi e intellettuali, né per la loro abilità di avvocati e parlamentari “europei”, ma per i loro legami con le masse operaie, per il loro lavoro devoto fra queste masse, per l’adempimento delle funzioni modeste, grigie, penose, ingrate e particolarmente pericolose del propagandista e dell’organizzatore clandestino.”
E’ triste notare come le parole di Lenin del 1915 siano estremamente attuali, tuttavia è incoraggiante pensare che a due anni da queste annotazioni i rivoluzionari che adottarono questo metodo di lavoro riuscirono nell'”assalto al cielo”.
Per quanto ci riguarda, quel metodo di lavoro politico, è il solo che può portare alla vittoria, contro ogni scorciatoia politicista che conduce, al contrario, come la storia dimostra a sbandamenti opportunisti.
CHI SIAMO E COSA VOGLIAMO
Il PCL è l’unico soggetto politico che non ha mai tradito le ragioni dei lavoratori, basato su principi fermi e su un chiaro progetto anticapitalista; estraneo, per sua natura, al “fascino” di incarichi istituzionali; nemico di ogni personalismo burocratico; impegnato in ogni lotta per un’alternativa di potere della classe lavoratrice e delle masse oppresse.
Sta qui la scelta di una presentazione elettorale indipendente del PCL, ad ogni livello, in aperta opposizione alle giunte di destra e di centrosinistra e totalmente indipendenti dai rottami dell’opportunismo di “sinistra”. Il nostro fine non è la partecipazione alle elezioni, in quanto tale, ma la presentazione del nostro programma, in funzione della costruzione di una prospettiva politica e di un
progetto di lotta anticapitalista: tanto più nel momento in cui la grande crisi del capitalismo e di ogni vecchia illusione riformista, rilancia l’attualità storica della prospettiva rivoluzionaria quale unica soluzione progressiva. Per evitare quindi che i costi della crisi gravino sui lavoratori, i disoccupati, gli studenti, i piccoli artigiani o commercianti, ora più che mai, bisogna scegliere da che parte stare: dalla parte della classe lavoratrice o dei capitalisti?… In mezzo non si può stare! Per questo, siamo certi che ogni avanzamento della riconoscibilità pubblica di un programma anticapitalista e di una proposta radicale di lotta, nei luoghi di
lavoro e nei movimenti sociali, è mille volte più importante per le ragioni dei lavoratori di ogni calcolo elettorale sul terreno istituzionale.
TRASFORMARE L’ESISTENTE NON AMMINISTRARLO!
Rivendichiamo che tutte le risorse vengano messe a disposizione dei lavoratori e delle loro famiglie. Non facciamo alcuna distinzione fra lavoratori italiani e stranieri perché sappiamo che solo con l’unità di tutti i lavoratori si può fare pagare la crisi a quelli che ne sono i veri responsabili (i capitalisti e i politicanti al loro servizio).
Come più volte abbiamo ripetuto, ai lavoratori non serve carità, o assistenzialismo, ma fiducia nella propria forza da acquisire attraverso la lotta e la trasformazione da classe in sé a classe per sé tramite il partito rivoluzionario: gli interessi vitali dei lavoratori sono incompatibili con quelli dei padroni.
O la via del profitto dei pochi o quella della soddisfazione dei bisogni delle grandi masse.
1) Per sottrarre alla speculazione privata i servizi essenziali.
Rivendichiamo la “ri-municipalizzazione”, sotto il controllo dei lavoratori e degli utenti, di acqua, gas, trasporti e di tutti gli uffici pubblici e servizi appaltati ai privati (con assunzione a tempo indeterminato di tutti i
dipendenti).
a) All’interno dell’URP proponiamo l’istituzione di un ufficio di consulenza comunale, per risolvere le controversie dei cittadini con HERA (della quale, come già detto auspichiamo e lavoriamo per la sua ri-pubblicizzazione senza indennizzo).
b) Riteniamo inoltre che debba essere HERA a pagare i costi dell’allacciamento alle reti essenziali.
c) Sosteniamo la necessità di potenziare il servizio di trasporto pubblico su tutto il comune di Bertinoro attualmente del tutto insufficiente(a cominciare da Santa Maria Nuova che è praticamente priva di un collegamento reale con Cesena e Forlì).
2) Sosteniamo la necessità di riconsiderare l’accordo tra pubblico e privato con le Terme della Fratta. Pertanto, sosteniamo che si debba invertire la tendenza e ricondurre anche questa struttura verso la gestione pubblica e sotto controllo dei lavoratori, contro l’impostazione prevalente nella giunta uscente diretta alla progressiva privatizzazione dell’impianto termale, considerato che il sindaco Zaccarelli si è recentemente vantato di aver venduto il 33% delle quote ancora in mano al comune ai privati, i quali ovviamente non sono interessati a fornire un servizio pubblico e di qualità ma mirano a riscuotere utili facili ed immediati, tagliando, en passant, l’odiato costo del lavoro, eufemismo utilizzato per abbellire i licenziamenti! Vogliamo le terme pubbliche, solo così potremo ottimizzarne capienza e fruibilità, con l’introduzione di tariffe agevolate (proporzionali al reddito, gratuite per i disoccupati) per i settori più esposti alla crisi economica. La salute è un diritto per tutti, non deve dipendere dal portafoglio gonfio!
3) Contro i licenziamenti: le aziende in crisi ai lavoratori!
In questi ultimi anni le aziende hanno goduto di agevolazioni di ogni genere sia normative che economiche dallo Stato e dalle amministrazioni locali. Noi diciamo: le aziende che chiudono, licenziano o esternalizzano, devono essere nazionalizzate (senza alcun indennizzo); sotto il controllo dei lavoratori e con il supporto
tecnico e politico degli enti locali.
4) Per il diritto alla casa e contro la speculazione. Rivendichiamo un grande piano di edilizia pubblica contro la speculazione immobiliare, la requisizione degli alloggi sfitti (salvo la piccola proprietà
familiare) da assegnare a chi ne ha bisogno (con affitti non superiori al 10% del reddito familiare), allo scopo anche, di far emergere gli affitti in nero a studenti e stranieri. Rivendichiamo inoltre l’istituzione di un fondo di sostegno alle famiglie contro i mutui strozzini.
All’interno di questo piano di edilizia pubblica inseriamo un progetto di riqualificazione urbanistica che preveda:
a) Una scelta strategica a sostegno di aree verdi in modo da sottrarre alla speculazione privata il territorio;
b) La manutenzione costante delle strade comunali e delle aree verdi, garantire inoltre l’illuminazione degli incroci in tutte le strade comunali ad alta percorrenza o a rischio, e la messa in sicurezza delle strade (che consentirebbe una ricaduta positiva anche in termini occupazionali).
c) L’ impegno a realizzare le rotonde nelle zone di Panighina e Santa croce e di nuove piste ciclabili
d) La definizione di un piano operativo comunale in merito all’urbanizzazione che ponga fine a corruttele (più o meno palesi), con la definizione dei piani attraverso assemblee di zona chiamate a decidere sulle soluzioni da adottare.
e) Avviare la costruzione nel centro di Santa Maria Nuova di un’area pubblica, espropriando i terreni della Chiesa a parziale rimborso del mancato pagamento dell’Ici.
f) Costruzione di parcheggi in zona “cimitero Bertinoro” e cimitero del lago
Per realizzare tutto ciò neghiamo l’imposizione usuraia di pagare il debito pubblico alle banche responsabili dell’attuale crisi. I soldi pagati con le tasse di noi lavoratori saranno investiti in opere utili alla collettività, non per soddisfare gli appetiti dei banchieri rapaci.
5) Per la scuola pubblica e laicità dell’istruzione. Riaffermiamo la laicità della scuola pubblica a partire dalla scuola materna e dagli asili che devono rispondere in pieno ai bisogni delle famiglie sia in qualità che in quantità di posti disponibili. Per fare questo proponiamo il blocco immediato di ogni finanziamento pubblico o facilitazione alle scuole private o di proprietà del clero, oltre che la reintroduzione dell’ICI alle proprietà della chiesa. Come gesto simbolico per riaffermare il principio della laicità, leveremo crocifissi o altri simboli religiosi dai locali pubblici ed istituzionali, determinati anche ad impedire, nelle pubbliche strade e piazze comunali, il passaggio di commemorazioni o manifestazioni a sfondo religioso (esistono già le chiese per questo genere di riti!).
6) Per l’ambiente e la qualità della vita. Stop ad ogni opera impattante sul territorio, per un impegno del Comune a non costruire inceneritori o dispositivi nocivi alla salute dei cittadini, insieme alla messa a punto di tecnologie di riciclaggio e recupero. Urbanizzazione pianificata e a misura d’uomo. Rivendichiamo
inoltre la riconversione obbligata (pena l’esproprio) delle aziende inquinanti.
7) Per l’istituzione di una “casa della cultura” e favorire l’aggregazione giovanile.
Sosteniamo la necessità di istituire una casa della cultura che comprenda il potenziamento dei servizi bibliotecari e metta a disposizione “sale prove” e “sale conferenze” per favorire una reale partecipazione e uscire dall’apatia di una società atomizzante.
8) Per un Comune al servizio di chi lavora e non di chi sfrutta.
Nel sospendere immediatamente il “Tavolo permanente di confronto con le Imprese del territorio e le loro
Associazioni”, voluto dalla giunta di centrosinistra (con l’avvallo della FdS), proponiamo l’istituzione di un’”Assemblea permanente dei lavoratori salariati” che discuta di sicurezza sul lavoro, vertenze contrattuali e condizioni di lavoro, al fine di garantire attraverso il controllo operaio il monitoraggio costante e la prevenzione di speculazioni imprenditoriali ed attacchi padronali.
9) Il Comune si impegna inoltre a sospendere ogni relazione con soggetti privati quali: Fondazioni Bancarie, Diocesi, Confindustria. Oltre a interrompere i finanziamenti al “Museo Interreligioso”, e sostiene la necessità di sospendere l’indennità di carica a quanti si occupano del Centro
Universitario Residenziale di Bertinoro.
Il Comune deve anche, in quest’epoca segnata dal revisionismo storico che colpisce la Resistenza, contraddistinguersi per la pratica quotidiana dell’anti-fascismo, valore a cui noi non intendiamo rinunciare. Vale a dire che il Comune dovrà negare la concessione di sale e spazi ad ogni associazione od organizzazione politica facente parte della variegata galassia neo-fascista, includendo quindi pure i movimenti collaterali o alleati ad essa.
Non un soldo pubblico, di noi lavoratori e precari, andrà speso per onorare i cosiddetti “martiri delle foibe” nella giornata del ricordo, o per festeggiare la vittoria nella prima guerra mondiale, un massacro imperialista voluto dal capitale transnazionale che portò milioni di proletari a trovare la morte nelle trincee.
10 febbraio e 4 novembre non sono ricorrenze che ci appartengono.
10) Il Comune dovrà diventare un megafono, una cassa di risonanza pubblica contro:
la chiusura di servizi essenziali alla cittadinanza, anche se dislocati in località limitrofe, vedi l’ospedale di Forlimpopoli (al quale si rivolgono per le cure e l’assistenza anche molti bertinoresi) che la giunta Zoffoli (centro-sinistra) si appresta a sprangare, in ottemperanza ai vincoli di bilancio imposti da Tremonti, dalle banche e dai potentati locali.
Occorre sventare questo reale rischio, che si ripercuoterebbe inevitabilmente anche sui bertinoresi, con ogni mezzo necessario: pressione sulle istituzioni comunali forlimpopolesi, convocazione di sit-in e cortei, campagne pubbliche di massa capaci di incrinare la compattezza di centro-destra-sinistra nel distruggere ogni residuo di servizio pubblico rimasto.
11) Per abbattere i costi della politica borghese. Rivendichiamo che i compensi delle cariche istituzionali (dal parlamento alle giunte locali) non superino il salario medio di un operaio, in particolare
rivendichiamo che venga abbattuta l’indennità di carica degli assessori e del sindaco che a Bertinoro attualmente costa 2800 euro al mese, davvero eccessivi per un comune di 11.000 abitanti!
Contro le due destre, con la sinistra che non tradisce!
Per l’alternativa operaia e socialista!
Vota la sinistra che non tradisce: Partito Comunista dei Lavoratori
Vota un combattente sociale: BALELLI sindaco!
Solo una sinistra non compromessa, coerentemente anti sistema, può porsi
come riferimento credibile per tantissimi lavoratori e giovani, delusi dal centrosinistra e tentati dall’astensione.
Non so chi ha definito questo programma Scontato… Magari lo fosse!