Sono 28.674 i disoccupati in provincia!
Il dato decisamente negativo riguarda la cosiddetta “cronicizzazione” della disoccupazione: l’88,5% dei disoccupati, infatti, sono lavoratori che hanno perso o cessato un posto di lavoro, vale a dire persone che già lavoravano ma che non riescono a re-inserirsi nel mercato.
L’11,5% sono invece quelli alla ricerca della prima occupazione.
Negativi i dati per fasce d’età: ben il 54,7% dei disoccupati ricade nella fascia tra i 30 e i 49 anni. Molto preoccupante il fatto che il 24,9% dei disoccupati (uno su quattro) ha più di 50 anni.
Nel 2010 le ore di cassa integrazione autorizzate in provincia sono state 6.333.000, contro le 4.635.000 del 2009. Il picco massimo dell’onda ormai lunghissima della crisi dovrebbe arrivare tra marzo e aprile: “In quel periodo finirà la cassa integrazione per molte aziende e se non ci saranno segni di ripresa, saranno tempi difficili in quanto dopo la cassa integrazione non può che venire la mobilità, cioè i licenziamenti”.
Non gioisce neanche chi il lavoro ce l’ha. L’unico consolidamento, è quello della precarietà: nella provincia di Forlì-Cesena gli avviamenti al lavoro del 2010 sono stati per il 90,8% a tempo determinato. Di converso crescono gli ‘atipici’ (contratti a progetto, collaborazioni) dell’8,5%, i tirocini formativi del 24,3%.
Tutte le ricette anticrisi sono fallite. Ora bisogna respingere al mittente ogni richiesta di nuovi sacrifici: paghi chi non ha mai pagato, non il mondo del lavoro. La crisi capitalistica si aggrava. Tutte le illusioni liberali o keynesiane, tutte le ricette dei sacerdoti del capitale, sono di fronte al proprio fallimento. Il dispendioso soccorso dei banchieri a spese dei contribuenti non inverte la china della crisi, né in America né in Europa. Una più larga ondata recessiva minaccia una volta di più la condizione di vita di centinaia di milioni di lavoratori, già gravati da decenni di sacrifici. La verità è che solo una prospettiva anticapitalistica può indicare una via d’uscita reale dalla crisi economica e sociale.
Che se ne vadano tutti, governino i lavoratori!