Il vergognoso accordo sulla FIAT Mirafiori e la risposta necessaria
L’accordo realizzato sullo stabilimento di Mirafiori tra la FIAT e i sindacati collaborazionisti, in primo luogo FIM-CISL e UILM-UIL, con la benedizione della Confidustria, costituisce un gravissimo e vergognoso attacco non solo alle condizioni di vita e di lavoro degli operai di quella fabbrica (oltre ad essere probabilmente una presa in giro rispetto alle sue stesse prospettive future), ma alle libertà sindacali e alle conquiste democratiche del movimento operaio in generale.
La mostruosità del tentativo (in effetti illegale, anche rispetto alle leggi di questo stato borghese, quali strappate dalla lotta secolare della classe operaia) di escludere dai diritti sindacali ogni organizzazione non succube passiva della volontà padronale è senza precedenti dalla fine del fascismo. E sottolinea ancora una volta la natura reale delle forze del centrosinistra e il tradimento della sinistra cosiddetta “radicale”. Infatti, rappresentando gli interessi e della volontà confindustriale, nel periodo in cui furono al governo si guardarono bene da emanare una legge democratica sulla rappresentanza sindacale, neppure nelle forme limitate proposte dalla CGIL.
La risposta della CGIL e della sinistra deve essere all’altezza dell’ attacco portato. E’ necessario che la CGIL proclami immediatamente, per la prima data utile dopo il periodo festivo, lo sciopero generale.
Se la burocrazia dirigente della CGIL rifiutasse questa scelta, spetta alla FIOM assumersene la responsabilità , facendo appello a tutte le strutture della CGIL, ad ogni livello ed in ogni categoria, ad aderirvi.
E’ necessario proporre agli operai FIAT l’occupazione degli stabilimenti, rivendicando l’unica soluzione realistica alla crisi della azienda, ai 200 parassiti della famiglia Agnelli allargata e al loro boia di lusso Marchionne (il “padrone buono” di cui parlava Bertinotti): l’esproprio e nazionalizzazione senza indennizzo (salvo ai piccoli azionisti) sotto controllo operaio del gruppo FIAT.
Nella lotta radicale che deve svilupparsi, oltre a FIAT e Confindustria, è necessario individuare come obbiettivi nemici CISL e UIL. La CGIL deve immediatamente rompere, a livello confederale e in tutte le categorie, ogni rapporto unitario con questi sbirri dei padroni e del governo. Bisogna fare appello ovunque ai loro iscritti perchè abbandonino queste associazioni antioperaie. Le loro sedi devono diventare legittimo riferimento della rabbia operaia, come fu a Torino nel lontano 1962 ( “fatti di Piazza Statuto”), con tre giorni di assedio (con scontri con la polizia) alla sede della UILM, proprio da parte degli operai (della FIAT, e non solo) per un contratto bidone firmato da questo “sindacato; o come è stato fatto, in forma molto blanda, in alcune situazioni pochi mesi fa.
Bisogna sempre ricordare che padroni e governo (e i loro servi) non intendono mai il buonsenso e le preghiere ma solo la forza; non si può vincere “convincendoli” ma solo facendo loro paura con una grande e radicale mobilitazione di massa.
Il PCL, come ha fatto nella grande lotta dei giovani e degli studenti il 14 dicembre scorso, sarà in prima fila in ogni azione di lotta di massa.
Partito Comunista dei Lavoratori