Effettivamente, al mondo non c’è nulla di più convincente del successo, e niente di più ripugnante, soprattutto per le larghe masse, di una sconfitta.
Perché dunque analizziamo una (probabile) sconfitta?
Per trarre un bilancio per le lotte che ci attendono.
Il “caso Omsa”, dopo aver raccolto l’attenzione mediatica, si appresta a finire dimenticato nella galassia delle meteore del passato.Media, che hanno sapientemente orientato l’opinione pubblica alla compassione caritatevole, vomitando la loro ipocrisia in doppiopetto. Per le operaie Omsa, al contrario, questa vicenda resterà impressa nel tempo.
Così come non si scorderanno, ci auguriamo, del fetore lasciato dagli sciacalli che si sono avvicinati al loro dramma per girargli le spalle e tradire le loro aspettative. Qualcuno potrebbe storcere il naso e tacciarci di pessimismo, qualcun altro potrebbe ricordarci che il 18 novembre ci sarà un incontro tra la regione Emilia Romagna e Romani, il neo-Ministro dello Sviluppo economico.
Ma siamo certi che non cambierà niente, continuerà la commedia che si è trascinata in questi mesi: schernire chi lavora e concedere ciò che vuole a chi sfrutta e punta ad aumentare i suoi profitti delocalizzando. (Leggi tutto il documento sul caso Omsa)