Electrolux, Marcegaglia, Pomigliano: o sarà lotta, o sarà sconfitta
La fase conflittuale fra sindacati ed Electrolux di Forlì ( le cui fasi abbiamo documentato su questo blog ) si è chiusa formalmente con il referendum sull’accordo, i cui risulati sono stati resi noti lunedì scorso. Su 1076 dipendenti aventi diritto al voto, hanno votato a favore 650 lavoratori e 147 contro; per un totale di 807 votanti e con 10 voti nulli.
E’ una sconfitta per i lavoratori, inutile negarlo; tuttavia viste le condizioni in cui si sono svolte le trattative, con la mancanza quasi totale di una qualsiasi opposizione organizzata fra i lavoratori, questo risultato in prospettiva ( più del 20 per cento di voti contro l’accordo ) , non è completamente negativo. Significa che potenzialmente sussistono le basi da cui ripartire per i conflitti futuri che inevitabilmente, vista la situazione generale, avverranno sicuramente. Del resto i segnali di un attacco generalizzato dei padroni contro i lavoratori dipendenti ci sono tutti e si moltiplicano ovunque con una progressione che non è difficile identificare come un’offensiva generalizzata e coordinata con le politiche governative di tagli allo stato sociale. Alla Marcegaglia di “Villa Selva-Forlì” per esempio, un’azienda che fino a ieri non mostrava segnali di crisi, la direzione si è dichiarata indisponibile al rinnovo del contratto aziendale e quindi a qualsiasi tipo di aumento salariale. La situazione non è ancora chiara, sappiamo che ci saranno ore di sciopero indette dall’ RSU. Appena ne sapremo di più ne riferiremo senz’altro, ci pare comunque sufficiente per avvalorare l’ipotesi che questa volta il padronato vuole spingersi molto avanti verso il totale assoggetamento dei lavoratori al padronato. Il quadro si completa guardando alla situazione nazionale dove, a Pomigliano, l’attacco non si limita al salario e alle condizioni di lavoro ma, ineditamente, contro i sindacati che non sono certo covi di “rivoluzionari”, anzi, si sono sempre dimostrati disponibili ad accordarsi con l’azienda. A parte il solito aggravamento delle condizioni di lavoro e alle decurtazioni salariali di vario genere, il salto di qualità della proposta FIAT riguarda la responsabilità delle RSU sui comportamenti collettivi e individuali dei lavoratori.
Infatti, “La clausola di responsabilità” che propone l’azienda dice testualmente :
” Il mancato rispetto degli impegni assunti dall’accordo o comportamenti di organizzazioni o singole RSU: – idonei a rendere inesigibili le condizioni concordate- liberano l’azienda da obblighi contrattuali : versamento contributi sindacali, permessi per gli organismi dirigenti, nonchè da accordi aziendali ( monte ore sindacali ). Anche atti individuali e colletivi dei lavoratori possono portare al medesimo effetto liberatorio per l’azienda.”
Con ciò la FIAT vuole la totale discrezionalità di valutare se una qualsiasi inziativa di protesta è in contrasto con l’accordo ( carichi di lavoro,straordinari, gestione della forza lavoro ). Potendo agire contro i sindacati anche in presenza di iniziative non promosse da questi, affida alla rappresentanza sindacale il ruolo di “guardiani “dei lavoratori.
La clausola più spregiudicata è però quella che sotto il titolo “Clausola integrativa del contratto individuale di lavoro” dove il diritto individuale di aderire ad uno sciopero, sancito dall’art.40 delle Costituzione, diviene oggetto di provvedimento disciplinare fino al licenziamento.
Per finire, alcune considerazioni.
FIM e UILM che sono a favore dell’accordo portano a compimento il loro percorso di trasformazione da sindacati moderati a sindacati padronali a guardia dei lavoratori, come durante il facscismo.
La FIOM si oppone ma non si capisce con quale alternativa visto che Epifani segretario generale della CGIL con la speranza di riportare la sua confederazione al tavolo di concertazione con Confindustria e la preoccupazione di non contraddire il Pd, si oppone nei fatti alla linea della FIOM.
E’ molto probabile che se passerà l’accordo FIAT, sarà il nuovo modello di relazioni sindacali a cui mirerà, nei prossimi contratti, il padronato.
Lo stesso accordo Electrolux ( che la FIOM ha sottoscritto ) è molto probabile che non sia altro che un’anticipo per nuove pretese in linea FIAT; è utile notare che lo spostamento della produzione in Polonia è già stata fatta per alcuni modelli e da diversi anni “gira voce ” che prima o poi lo stabilimento di Forlì chiuderà per essere spostato in Polonia.
Drammatica infine la totale mancanza di una strategia da parte della FIOM che è chiamata ad inoltrarsi in un vicolo cieco: ingoiare tutto o cessare di esistere.
Presto ne vedremo delle belle, a prescindere dal destino di un sindacato che da ormai molti anni ha svolto il ruolo del “poliziotto buono” con i lavoratori e di quello “cattivo” con i padroni, in un gioco delle parti sulla pelle degli operai. Se la classe operaia non tornerà sul terreno del conflitto di classe, torneremo indietro di cent’anni.
Se è criminoso voltare le spalle alle organizzazioni di massa per accontentarsi di finzioni settarie, non è meno criminoso tollerare passivamente la subordinazione del movimento rivoluzionario delle masse al controllo delle cricche burocratiche apertamente reazionarie o conservatrici mascherate (“progressiste”).
Il sindacato non è fine a se stesso, ma soltanto uno degli strumenti da utilizzare nella marcia verso la rivoluzione proletaria. (Lev Trotsky)
Una società democratica è quella in cui ci sia uguaglianza di persone, di diritti, una società sociale.
Il contratto nazionale è la massima espressione del potere di coalizione delle lavoratrici e dei lavoratori,
della capacità di mettersi insieme per determinare un ” confronto ” paritario con le imprese, per difendere gli interessi di tutti i lavoratori.
Non c'è dubbio che la crisi, le ristrutturazioni, l'internazionalizzazione delle imprese ne corso del tempo, hanno segnato e segnano fortemente
la capacità di mettere in campo un' azione efficace, aprendo sempre più spesso contraddizioni fra la pretesa di abbassare i diritti sul salario,
di fronte al ricatto della perdita dell'occupazione.
Ma stiamo andando molto oltre.
La grande Torino detta il nuovo Welfare.
Oltre la marcia dei 40mila.
Una nuova svolta storica:- la fine dello ” Statuto Dei Lavoratori ” ormai considerato vecchio ( Maggio 1970 )
Il ricatto che sta effettuando la Fiat nello stabilimento di Pomigliano, rischia di diventare una certezza per le lavoratrici e lavoratori
il ricatto di essere i nuovi schiavi per tutte le imprese in Italia.
La disobbedienza civile è necessaria quando le leggi sono contro la democrazia e la libertà. Se un vostro articolo dovesse violare la legge, pubblicatelo pure con il mio nome (Margherita Hack)
Comprendere il senso di quell'accordo firmato da Cisl Uil e Ugl, mi è difficile e insostenibile.
Soprattutto quando l'Europa chiede garanzie di sviluppo, sicurezza e stabilità sociale.
Allora chiedo ai Politici, industriali, analisti che non hanno più remore nel dire, che il problema non è quello di far salire i salari e le condizioni di lavoro,
nei paesi emergenti :- sono i nostri che debbono, s'intende per senso di responsabilità, discendere al loro livello.
Per concludere vorrei solo dire GRAZIE FIOM a nome di tante lavoratrice e lavoratori, che credono ancora nei diritti e democrazia.
Certamente il lavoro produce meraviglie per i ricchi, ma produce lo spogliamento dell'operaio. Produce palazzi, ma caverne per l'operaio. Produce bellezza, ma deformità per l'operaio. Esso sostituisce il lavoro con le macchine, ma respinge una parte dei lavoratori ad un lavoro barbarico, e riduce a macchine l'altra parte. Produce spiritualità, e produce l'imbecillità, il cretinismo dell'operaio.
K. Marx
Hola la Victoria Siempre
Cla. delegata Fiom Electrolux Porcia