Accordo Electrolux: un’altra truffa contro i lavoratori
Inoltre aumenterà e il numero dei pezzi da produrre i quattro linee di montaggio.
E’ una truffa; 280 posti in meno, più lavoro e meno salario
fatta salva una piccola minoranza, a rimetterci saranno esclusivamente i lavoratori.
La cosa più grave è che i sindacati non si sono minimamente preoccupati di contestare gli esuberi ma solo di cogestirli con l’azienda contravvenendo all’esigenza primaria di questo momento di crisi: tutelare i salari e i livelli occupazionali sia nel territorio che nell’azienda stessa.
Un’azienda che vuole continuare a fare profitto come prima sulla pelle dei lavoratori. Un profitto che aumenterà anche grazie ai nuovi incentivi sulla rottamazione varati dal governo e pagati indirettamente dai lavoratori stessi che sono gli unici a non evadere le tasse.
Anche la cassa integrazione che viene erogata dall’INPS saranno gli stessi lavoratori a pagarla e questo peserà sulle pensioni future. Inoltre essa non copre interamente il salario per cui i lavoratori guadagneranno meno. Non solo, il salario calerà ancora perché di fronte all’aumento di produttività rimarrà invariato e nessuna garanzia per i livelli futuri di occupazione.
E’ ridicolo affermare che questo accordo è il frutto della lotta dei lavoratori perché le ore di sciopero sono state pochissime e in effetti se ne vedono i risultati. Questo significa che l’azienda ha ottenuto tutto ciò che voleva.
Altro che unità nazionale fra sfruttati e sfruttatori di fronte alla “crisi comune” . Basta negoziare gli inevitabili sacrifici come fanno le burocrazie sindacali. Nessun lavoratore deve pagare la crisi del capitalismo. Solo la lotta paga altrimenti domani sarà peggio; all’avidità dei padroni non c’è limite. Questo accordo era l’unico possibile? Balle!
Bocciare l’accordo e costringere l’azienda ad una riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario è l’unica alternativa ad un’altra sconfitta della classe lavoratrice. E’ da questa rivendicazione immediata che deve partire la controffensiva.