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LIBERALI E GIUSTIZIALISTI FALLISCONO CONTRO BERLUSCONI.

SOLO LA CLASSE OPERAIA PUO’ APRIRE UNA PAGINA NUOVA.
Se il governo più reazionario d’Europa, che condona i grandi evasori e attacca l’articolo 18, esce rafforzato dalla prova elettorale; se questo avviene sullo sfondo di un’enorme crisi sociale, che in tutta Europa logora i governi capitalistici ( da Sarkozy a Zapatero); se per di più avviene con la crescita del voto leghista tra gli operai, cioè tra le vittime della crisi e del governo , tutto questo è la misura del clamoroso fallimento delle opposizioni liberali e delle sinistre ad esse subalterne.
Il centrosinistra ha fallito due volte. Ieri con le politiche antioperaie del governo Prodi, dettate da industriali e banchieri, ha regalato l’Italia a Berlusconi. Oggi , con un’opposizione sociale inesistente, mascherata da semplici “grida” democratiche, consente a Berlusconi di restare in sella, regala a Bossi un voto operaio privo di riferimenti, consegna alla reazione larga parte del Mezzogiorno ( già colpito da giunte di malaffare di centrosinistra). E’ una bancarotta senza ritorno.
La confusa miscela di un PD liberale che ammicca a Confindustria, di un giustizialismo dipietrista legato alle procure, di sinistre cosiddette “radicali” che pensano solo agli assessori, è impotente contro le destre. Può riempire una piazza democratica e coinvolgere ampie fasce di popolo della sinistra: ma non parla agli strati più profondi della classe operaia, alle masse sfruttate, alle loro ragioni. Anzi li priva di ogni riferimento indipendente e di ogni programma riconoscibile. E perciò stesso li consegna alla rassegnazione, o alla valvola di sfogo della caccia allo “straniero”, o al richiamo del voto clientelare e di scambio. A tutto vantaggio dei nemici dei lavoratori.
E’ ora necessario voltare pagina. Non c’è alcuna via d’uscita dall’attuale vicolo cieco continuando sulla via delle coalizioni a perdere con gli amici “democratici” dei padroni, dei banchieri, del Vaticano ( PD,IDV,UDC). Solo una riscossa operaia sul terreno dell’opposizione sociale e di classe può incidere sui rapporti di forza, spostare il voto operaio, unire ragioni sociali e democratiche in un unico fronte, piegare e cacciare il governo della destra. Del resto, in 15 anni, solo i lavoratori hanno battuto Berlusconi: con lo sciopero generale del 94 a difesa delle pensioni, con la grande mobilitazione operaia a difesa dell’art.18 nel 2003. Il guaio è che in entrambi i casi le loro lotte sono state subordinate al centrosinistra: col risultato di tradire le loro ragioni e regalare la rivincita a Berlusconi. Ora si tratta di far tesoro di quella lezione: rilanciare una mobilitazione operaia unificante, attorno ad un proprio programma indipendente, che rompa finalmente con i partiti dominanti di ogni colore e miri realmente a vincere: facendo pagare la crisi al padronato, sgombrando il campo dai suoi governi, aprendo la via per un governo dei lavoratori, quale unica vera alternativa.
Questo è l’appello che rivolgiamo a tutte le sinistre politiche e sindacali: serrare le fila per un’azione comune, radicale e di massa, attorno ad un programma anticapitalistico indipendente. Questa è la linea del Partito Comunista dei Lavoratori, l’unico partito della sinistra che non si è mai compromesso con industriali, banchieri e Vaticano, perché vuole i lavoratori al governo del Paese.
COSTRUIRE IL PARTITO COMUNISTA DEI LAVORATORI

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2 risposte

  1. Anonimo ha detto:

    “…DIVENTA AVANGUARDIA”????

    Ma siete pazzi??? Mi spiegate perchè ogni tanto vi cimentate nel riciclaggio della terminologia fascista??? Ma come parlate?
    Non sarete mica fascisti di sinistra??? Terzoposizionisti? Chi siete? Sono senza parole…

    C'era una volta la sinistra…!

  2. pcl-fc ha detto:

    Leggiti il “Che fare?” di Lenin che è meglio… Noi siamo marxisti rivoluzionari e rivendichiamo il ruolo del partito di avanguardia per la trasformazione dell'esistente.

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