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Potenza della cialtroneria


Gli “anticapitalisti radicali” di “Sinistra Critica” -che hanno dimostrato il valore della loro politica votando per 23 volte la fiducia al passato governo Prodi e provvedimenti come la riduzione delle imposte per 10 miliardi di euro all’anno a industriali, banchieri e assicurazioni, nonché, nel 2006, il finanziamento alla guerra in Afganistan – attaccano il Partito Comunista dei Lavoratori per aver cercato di essere presente alle elezioni con un programma operaio e rivoluzionario

Sinistra Critica, nel suo “megafono” quotidiano, ha dedicato spazio e tempo alla “denuncia” della cosiddetta “politica del bluff” condotta dal Partito Comunista dei Lavoratori . In cosa consiste l’”accusa”? Nell’aver sempre cercato, “ovunque possibile”, di presentarci alle elezioni; nell’esservi riusciti con successo nelle elezioni politiche del 2008 e in parte nelle elezioni europee del 2009, utilizzando tutti gli spazi normativi disponibili; e nell’aver mancato l’obiettivo nelle presenti elezioni regionali. La domanda è d’obbligo: dove sarebbe.. il “corpo del reato”? Nell’aver sempre cercato di presentare un programma rivoluzionario a milioni di lavoratori e di lavoratrici, utilizzando anche la tribuna elettorale e tutti i mezzi disponibili per accedervi? O nell’esservi riusciti troppe volte in passato contro previsioni e “speranze” di Sinistra critica, causandole un deposito di meschini rancori, forse troppo a lungo soffocati e ora finalmente “liberati”?

Ma la triste mediocrità di piccole invidie , non è nulla rispetto all’insolenza politica sostanziale dell’attacco che ci viene rivolto. Un organizzazione che ha sostenuto per sei anni la linea di Fausto Bertinotti nel PRC contro la sinistra rivoluzionaria del partito (1998-2004); che ha partecipato alla maggioranza politica del governo Prodi per oltre un anno votando una legge finanziaria che ha regalato 7 miliardi di riduzione di imposte all’anno agli industriali e il primo rifinanziamento della missione di guerra in Afghanistan ( luglio 2006); che ha rivotato la fiducia alla seconda edizione (peggiorativa) del governo Prodi persino dopo la defenestrazione del senatore Franco Turigliatto ( reo di non aver partecipato al voto sulla guerra, non di aver votato contro) e per ultimo, alla vigilia della caduta del governo (dicembre 2007) l’allargamento della suddetta riduzione delle imposte per i padroni a banche ed assicurazioni, portandola così a 10 miliardi l’anno ; che non ha mai sentito il bisogno né di un’autocritica, né di una riflessione su quelle scelte sciagurate, contrarie ad ogni principio di classe, come se non fossero mai avvenute; cosa ha da rimproverare, questa organizzazione, al PCL? Il fatto di aver cercato ogni via per presentare alle masse una “sinistra che non tradisce”? Il fatto di aver preservato ostinatamente, anche in campo elettorale, l’autonomia dell’unica sinistra che non ha mai votato porcherie contro i lavoratori e che rivendica un governo dei lavoratori? Il fatto di contrastare, in ogni sede, quelle leggi elettorali truffa ( e la loro applicazione truffaldina) che ostacolano o impediscono la presentazione elettorale dei rivoluzionari?

I dirigenti di Sinistra Critica si mettano l’animo in pace. L’ arrogante pretesa di annullare programma e simbolo del PCL dentro liste indistinte di una generico “arcobaleno antagonista” , eventualmente comprensivo dello stesso PRC ( al punto di respingere persino ogni nostra ipotesi di accordo tecnico con i due simboli diversi e riconoscibili, come in Umbria) è per noi irricevibile e tale resterà. Il PCL rivendica semplicemente il proprio diritto a presentarsi alle elezioni per quello che è: un partito comunista. E non per una ragione “elettoralista”, ma per la ragione esattamente opposta: finalizzare la partecipazione elettorale alla costruzione del partito, alla riconoscibilità del suo programma, all’estensione delle suo radicamento sociale e territoriale. Sempre in funzione della prospettiva di costruzione di una direzione politica anticapitalista del movimento operaio e dei movimenti di massa: senza la quale, a dispetto dei “movimentisti”, non c’è futuro per le ragioni dei movimenti, ma solo la loro ciclica subordinazione ai loro avversari”democratici”.

Non pretendiamo che S. C. condivida la nostra opinione. Troviamo anzi comprensibile che una sinistra semplicemente “critica”, autoconservativa e di nicchia, non senta l’esigenza centrale della proiezione di massa, della battaglia per l’egemonia, della costruzione del partito, e quindi dell’ intervento “ovunque possibile” nell’arena elettorale: preferendo rifugiarsi ciclicamente o nella mitologia retorica del “nuovo” movimento del 2000 ( prima il movimento no global, poi il movimento dell’onda, domani vedremo..), o, all’opposto, (di fronte alla delusione del mito), nella rappresentazione di una “catastrofe” sociale epocale ; in entrambi i casi a giustificazione ideologica della rinuncia alla costruzione di un partito rivoluzionario. Ma per una sinistra rivoluzionaria vale la logica opposta: portare pazientemente in ogni movimento reale e in ogni luogo di comunicazione di massa il programma della rivoluzione sociale; sviluppare attraverso ogni canale disponibile la coscienza politica delle masse e innanzitutto della loro avanguardia; ricondurre l’intero lavoro quotidiano nella lotta di classe e nei movimenti alla costruzione del partito , in una lotta politica permanente con altri partiti e tendenze riformiste o centriste. La tribuna elettorale è solo una delle arene di questa battaglia generale di massa. Come lo è la nostra partecipazione indipendente, a differenza di S.C., a tutte le manifestazioni dei lavoratori e del popolo della sinistra contro il governo Berlusconi, in contrapposizione al tentativo di subordinarli ancora una volta alla ricomposizione di quell’ Unione di governo di centrosinistra cui i dirigenti di SC parteciparono “criticamente”.

Quanto alla cultura del “bluff”, essa risiede esattamente in chi mistifica la verità per nascondere la propria realtà. Non risiede affatto in chi annuncia pubblicamente alla luce del sole di volersi presentare alle elezioni “ovunque possibile”; in chi raccoglie, in ogni caso, in sole 7 Regioni e in soli due mesi oltre 30000 firme; in chi contesta palmo a palmo, anche in tribunale, le esclusioni e gli abusi subiti da parte dello Stato e delle sue leggi truffa ( come ad es. in Calabria e Liguria) ; in chi- pur riconoscendo l’insuccesso- può vantare in ogni caso, oltre la presenza elettorale alle regionali della Basilicata ( non solo a Potenza, come racconta SC ), la propria presentazione alle elezioni comunali di Venezia, la propria presentazione alle elezioni provinciali dell’Aquila, la propria presentazione alle imminenti elezioni provinciali a Cagliari, Sassari, Nuoro, Oristano.. ; in chi può dichiarare senza timore di smentita, di essere oggi, nonostante i propri limiti evidenti, l’unico soggetto politico a sinistra del riformismo che sia dotato di una presenza territoriale realmente nazionale. No. Il vero bluff sta in altri . Sta in chi non ha la forza per cercare di presentarsi alle elezioni, ma vuol far credere che “non le interessano”( la volpe e l’uva); o in chi dice che le interesserebbero se il PCL fosse disponibile a scomparire in liste indistinte ; o in chi dice che sono… “elettoralisti” coloro che, come il PCL, hanno la forza per provare a presentarsi per quello che sono. Ma tutto questo più che la potenza del bluff, è la potenza della.. cialtroneria ( degna di plauso della setta del PDAC, sicuramente insuperabile in materia).

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Una risposta

  1. caneliberonline ha detto:

    Meglio essere accusati di elettoralismo,(…..?) altro è cercare con mezzi subdoli di mettersi in evidenza per essere considerati dal centrosinistra.
    Questo, di S.C. e' un modo come un'altro per annunciare a chi di dovere, di prendere le distanze da chi i riscontri li cerca in mezzo al popolo , cercando alleanze per sopravvivere, oltre a tutti gli errori gia' fatti, non porta da nessuna parte, si riesce
    solo a garantire gli interessi personali di qualche patetico “dirigente” che non ha le capacità di fare altro
    e la coscienza di classe e', solo un ricordo storico.
    Un saluto a pugno chiuso e…un HASTA SIEMPRE

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