Finanzia la lotta
E’ un impegno straordinariamente gravoso, perché deve fronteggiare ostacoli enormi: il peso delle sconfitte del movimento operaio per responsabilità preminente delle sue direzioni politiche e sindacali; la demotivazione di tante disponibilità militanti prodotta dalla crisi verticale delle cosiddette “sinistre radicali”dopo il loro coinvolgimento distruttivo nel governo Prodi; la chiusura di spazi di presenza e comunicazione mediatica, aggravata dall’ irrigimentazione berlusconiana e dalle nuove tendenze repressive; una drammatica penuria di mezzi materiali e disponibilità finanziarie. E tuttavia non solo non siamo scoraggiati, ma siamo più determinati di prima a continuare la nostra impresa. Per la ragione più semplice: perché tutto ciò che accade attorno a noi, in Italia e nel mondo, conferma ogni giorno, nel modo più clamoroso, la necessità di un’alternativa rivoluzionaria all’ordine presente delle cose, e dunque di un partito che la persegua.
Le promesse liberali dell’89, dopo il crollo dello stalinismo, sono state sbugiardate dai fatti. Il capitalismo attraversa la crisi più grave degli ultimi 80 anni con devastanti conseguenze sociali sulle condizioni della maggioranza dell’umanità; si approfondisce come mai in passato, sotto la dittatura del profitto, la crisi ambientale del pianeta; ritornano le guerre coloniali; decine di milioni di uomini e di donne sono condannati a drammatiche migrazioni in tutti i continenti. Eppure , proprio in questo contesto, la sinistra internazionale è connivente o muta: e per questo consuma la crisi più profonda della sua storia, mentre la disperazione sociale diventa brodo di coltura di tendenze xenofobe e reazionarie.
Lo scenario italiano è un microcosmo della situazione mondiale. Da un lato il governo più reazionario che l’Italia abbia conosciuto dal 1960. Dall’altro la decomposizione e il trasformismo dei gruppi dirigenti della sinistra: sia di quelli che dal PCI hanno finito con l’approdare nello scimmiottamento, mal riuscito, di un partito Democratico all’americana ( PD), col contorno di industriali e banchieri; sia di quelli che dovevano rifondare “il comunismo” e sono finiti a governare con Padoa Schioppa , a votare missioni di guerra, ad inseguire ancor oggi accordi col PD e relativi assessorati in tutta Italia. Gli uni e gli altri responsabili, con ruoli diversi, dell’aver prima spianato la strada a Berlusconi, e di aver poi rimosso una opposizione coerente al suo governo.
Il PCL è nato controcorrente rispetto alle politiche della disfatta. E si batte per costruire una sinistra vera, autonoma e alternativa a centrodestra e centrosinistra, basata su un programma di governo dei lavoratori. Una sinistra che rifiuti di fare la costola minore del liberalismo, e si candidi invece a un ruolo anticapitalista. Una sinistra impegnata a cacciare Berlusconi, incondizionatamente, ma non per ritornare al centrosinistra che gli ha aperto la strada, bensì per una prospettiva di alternativa vera. Una sinistra impegnata a rilanciare il progetto comunista su scala internazionale, al fianco delle organizzazioni rivoluzionarie presenti nei vari paesi e continenti.
Su queste basi la costruzione del PCL è in pieno corso sull’intero territorio nazionale. Nelle lotte quotidiane dei lavoratori, a partire dalle aziende in crisi e che licenziano, nelle lotte a difesa della scuola e dell’università pubblica, nei movimenti antifascisti e antirazzisti, nelle mobilitazioni ambientaliste e per i diritti civili. Cercando di portare in ogni lotta proposte di unificazione del fronte sociale dell’opposizione, di autorganizzazione democratica dei movimenti, di prospettiva anticapitalistica. Da qui la nostra campagna per l’unità d’azione delle sinistre politiche e sindacali attorno un programma indipendente di mobilitazione; e la nostra proposta di “un Parlamento dei lavoratori e delle sinistre” quale luogo democratico di confronto pubblico e di azione comune tra i diversi soggetti politici e sociali della sinistra.
Questo lavoro sta rafforzando la nostra presenza nel mondo del lavoro e tra le nuove generazioni. Il nostro partito, pur tra enormi difficoltà, sta conoscendo un’indubbia espansione territoriale e di presenza sociale, in controtendenza col quadro di disgregazione e disimpegno ancora dominante.
Ma anche per questo stiamo vivendo una difficoltà finanziaria sempre più soffocante. I costi di affitto delle nuove sedi locali, dei pur modestissimi progetti editoriali, delle riunioni dei nostri organismi e dei quadri politici nei vari settori, del sostegno all’attività internazionale, dei viaggi dell’unico funzionario di cui disponiamo, dei materiali minimi necessari delle campagne politiche ed elettorali di costruzione, sono sempre più difficilmente sostenibili per un’organizzazione di operai, senza contributi istituzionali, per di più in una fase di crisi sociale. Il divario tra le potenzialità crescenti del nostro sviluppo e la nostra penuria di mezzi rischia di compromettere la nostra crescita ulteriore, con un danno considerevole al progetto anticapitalista.
Per questo chiediamo, con questa lettera, un sostegno finanziario per la nostra attività nel 2010 a tutti coloro che guardano con simpatia la nostra impresa. A tutti coloro che, anche non identificandosi compiutamente nel nostro progetto, ritengono tuttavia importante la presenza in Italia di una sinistra anticapitalista e rivoluzionaria. A tutti coloro che, più semplicemente, vogliono aiutare la “sinistra che non ha tradito” e che non tradirà.
L’aiuto di ognuno di voi sarà per noi un sostegno materiale e morale di grande significato.
Marco Ferrando
Portavoce nazionale del
Partito Comunista dei lavoratori
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