Il PdL senza il programma: dilettanti allo sbaraglio
Intervento del compagno doppiaelle
Siamo a due mesi dal voto, eppure davvero poco si muove.
A parte le consuete boutade elettorali, alcuni partiti non hanno nemmeno scelto quale candidato sindaco sostenere e ancor peggio molti programmi sono in via di definizione.
Per il momento invito a focalizzare l’attenzione sul PdL, per via delle recenti dichiarazioni di Italo Macori (candidato sindaco a Cesena).
Premesso che per poter analizzare e quindi esercitare il diritto di critica si deve avere la pazienza di leggere le dichiarazioni e i progetti politici dei vari candidati, mi sono imbattuto in una situazione paradossale. Da alcune settimane cercavo il programma del neonato partito berlusconiano, e solo oggi ho scoperto dalle dichiarazioni di Macori rilasciate al Corriere di Romagna (09-04-2009) che loro il programma non l’hanno proprio, perché testuali parole: <>.
Macori quindi enfatizza che: <> (sic)!
Peccato che non ci ha detto come superare la crisi (dal momento che non ha un programma) e insieme a chi costruirà il programma post-crisi.
Macori, allievo di Berlusconi e di Tonino Guerra, fa dell’ottimismo uno stile di vita e profetizza come neanche la maga di Pianetto saprebbe fare che: i segnali di ripresa nel nostro territorio si coglieranno nella seconda metà del 2010.
Non mi sembra il caso di discutere su questo punto, è invece interessante che sollecitato dal giornalista su quali siano le sue priorità sul piano investimenti, Macori risponda candidamente: le decideremo dopo che sarò eletto (sic!)
Chiede insomma un voto, poi quello che farà sono fatti suoi e del suo staff (sic!).
Anche se si ha la voglia e la pazienza di leggere i vari programmi, si dovrà fare a meno quindi di leggersi quello del PdL, d’altra parte loro sono decisionisti, a metà strada tra il modello politico di Carl Schmitt e a quello di Palmiro Cangini e sintetizzando sono: per i fatti e non per le pugnette, perchè è così che bisogna affrontare le situazioni d’emergenza.
La crisi per il PdL diventa dunque una scusa buona per trasformare il sindaco in un podestà, che governa in uno “stato d’emergenza” con piglio autoritario e senza mediazioni.
Tuttavia è chiaro che per poter vincere le elezioni qualcosa bisognerà pur dire, per questo, pur senza un programma, dall’intervista emergono finalmente tre proposte concrete.
La prima, consiste nell’eliminare le consulenze esterne, i finanziamenti ai quartieri e il “direttore generale”, risparmiando 2 milioni di euro che verrebbero divisi tra imprese (40%) e famiglie (60%).
La seconda proposta è quella di assegnare 1000€ per ogni nuovo nato, purché i genitori siano italiani e indipendentemente dal reddito.
La terza “idea” è quella di ridurre l’Ici alle aziende dal 7 al 6 per mille.
Dunque, prendendo per buone le boutade di Macori verrebbe da dire: passi eliminare le consulenze esterne (200 mila euro l’anno) e il “direttore generale” Vittorio Severi (spesa che si aggira attorno ai 150 mila euro l’anno) che effettivamente sono spese inutili, ma eliminare i finanziamenti ai quartieri (600 mila euro) sembra una proposta piuttosto stupida dal momento che gran parte dei soldi destinati ai quartieri servono per la messa in sicurezza delle strade e per le biblioteche.
Più che tagliare fondi ai quartieri, sarebbe più opportuno stanziarne di più ed estenderne le competenze.
Detto questo, emerge che i soldi “risparmiati” non sarebbero 2 milioni di euro come sostiene Macori, ma 950 mila euro.
Per quanto riguarda la seconda proposta siamo di fronte ad un’autentica idiozia legata alla logica neo-razzista del “sangue e del suolo”, che in nome dell’incremento e della difesa della razza italica se ne frega semplicemente del buon senso. Chiedo infatti a Macori, perché si dovrebbero assegnare 1000€ per ogni nuovo nato ad a una famiglia (italiana) che percepisce 200.000 euro o 1 milione di euro l’anno?
…Cosa se ne farebbero? E’ evidente che si tratterebbe dell’ennesima porcata che regala soldi ha chi non ne ha bisogno!
La terza proposta è la solita litania di chi governa da sempre: regalare soldi ai padroni e credo che si commenti da sola.
Infine comunico rammaricato che non ho trovato neanche il programma di Rondoni (candidato a sindaco per il Pdl-Udc a Forlì). Anche se a parlare per lui c’è il legame con Comunione e Liberazione, quindi la Compagnia delle Opere e il fatto che tra alcuni giorni Pier Giuseppe Dolcini, presidente della Cassa dei Risparmi di Forlì, terrà a battesimo la sua lista e mi sembra tutto tranne che un bel biglietto da visita.
Concludendo, qualcuno dovrebbe far notare a Macori che se c’è un imbonitore in politica, quello è lui (che s’ispira a Berlusconi) e non certo chi si presenta alle elezioni con un programma. Insomma nella ex-Casa delle Libertà, ora Popolo delle Libertà ci sono poche idee e pure confuse.
parte II