Avanti senza esitazioni!
La ragione per cui siamo qui stasera è perché vogliamo farci conoscere come Partito Comunista dei Lavoratori e perché vogliamo spiegare la nostra scelta di una presentazione elettorale indipendente alle prossime elezioni.
Io sono Rossana, a quanto pare candidata a presidente della Provincia alle prossime elezioni e Siqui, Luciano, è il candidato a sindaco per Cesena.
Vorrei fare con voi una breve riflessione.
Credo sia impossibile, oltre che stupido, negare il momento positivo che il pensiero di destra e borghese sta vivendo oggi in Italia.
E credo che questa rinascita del “fascio-pensiero” derivi innanzi tutto ed in gran parte dalla capacità del Polo Delle Libertà di unificare partiti politici e forze sociali prima divisi, proponendosi come un riferimento per le istituzioni tradizionali dello stato e per la borghesia, nelle sue varie articolazioni.
Altrettanto evidente è la capacità di questi politici di lanciare slogan che sono sì banali e privi di valore politico, oltreché morale, ma nello stesso tempo sono capaci di far presa su una non indifferente porzione di proletariato urbano ed agrario.
Devo dirvi la verità, io vedo una allarmante analogia che lega l’ascesa berlusconiana all’ascesa del fascismo.
Pensiamo alle misure contro il diritto di sciopero,
Pensiamo allo stravolgimento della contrattazione collettiva che punta a rendere il lavoro completamente subalterno rispetto al capitale, che riduce tutti gli elementi di unità dei lavoratori favorendo, al contrario, la frammentazione lavorativa e contrattuale
Pensiamo ai provvedimenti previsti dal Pacchetto Sicurezza, che attraverso la repressione e il razzismo di stato alimentano fobie, prevaricazioni e “odio sociale”, allo scopo di creare dei capri espiatori sui quali scaricare le frustrazioni e la rabbia di quanti, e sono tanti, vivono il disagio di questa crisi.
Tutto ciò disegna una società fondata sulla lotta di classe dall’alto contro i lavoratori, contro la loro storia e le loro organizzazioni.
Una società formata da un governo reazionario e da una classe dominante, che manifestano palesemente il loro odio di classe di mussoliniana memoria.
Questo se guardiamo a destra, ma gli attacchi del governo Berlusconi non sono l’unico male, altrettanto pericolose per la difesa dei nostri diritti sono le scelte ed i programmi dell’altro grande partito della borghesia: il Partito Democratico con le sue politiche antioperaie e di guerra
Una situazione tragica.
E le sinistre italiane sono pienamente corresponsabili, oltreché vittime.
La loro subordinazione al centrosinistra per ben 15 anni, sino al loro diretto coinvolgimento nell’ultimo governo confindustriale di Romano Prodi.
Il fatto che Sinistra Democratica, Verdi, Rifondazione e Comunisti Italiani non solo rimuovano il bilancio delle loro responsabilità contro i lavoratori, ma continuino imperterriti a conservare ovunque è possibile le proprie postazioni di governo nelle amministrazioni locali, anche nelle situazioni più impresentabili , e anche quando il PD punta alla loro distruzione, tutto questo dimostra che neppure l’esperienza drammatica della sconfitta è capace di modificare il codice politico di quelle formazioni.
“Che fare” dunque?
Sta qui la nostra scelta di una presentazione elettorale indipendente.
Noi non siamo elettoralisti, il nostro fine non è la partecipazione alle elezioni e non ci interessa l’arruolamento a rimorchio di altri progetti privi di principi comuni.
La formula dell’unità dei comunisti, sventolata come una panacea, ripropone l’equivoco di sempre: quello dell’unità attorno ad un simbolo che è contraddetto nelle politiche e nei programmi.
Essere comunisti in questa congiuntura di grande crisi del capitalismo e dove non si vede più speranza per la vecchia illusione riformista, significa vedere un’unica soluzione di crescita: ossia la prospettiva rivoluzionaria, che prende vita in un progetto anticapitalista e in una proposta radicale di lotta, che si estende sasso su sasso, strada su strada: nei luoghi di lavoro, nella scuola e nei movimenti sociali.
Una lotta senza cedimenti. Proprio per la nostra vita, … perché bene o male stiamo anche noi in questo paese e qui ora vogliamo dire come gestire le scuole, le fabbriche, la vita quotidiana, il tempo libero, i costumi, e le abitudini.
Quelli del temporeggiamento in attesa di tempi migliori, quelli che si vendono per portare lustro al proprio orticello mi ricordano il racconto di una compagna di qualche anno fa, che mi parlava di quando, ragazzina, andava a riunioni e assemblee e con fatica cercava di districarsi fra le tante parole … le sembrava che tutti avessero ragione. Finché un giorno decise di chiedere consiglio ad un vecchio compagno operaio, che le ha risposto con queste parole:
“Quando uno vuole andare a sud si incammina in quella direzione, e anche se non ci arriverà, poco o tanto avrà fatto un pezzo di strada che lo porta più vicino alla meta. Quelli che ti spiegano che per andare a sud bisogna qualche volta andare un po’ a nord, o quelli che il tratto di strada non è mai abbastanza per sprecarsi, lasciali perdere: qualunque argomento usino ti fregheranno”.
Beh compagni io voglio andare a sud e intendo incamminarmi verso sud.