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La rivolta greca in una nuova fase

Con la manifestazione di massa ad Atene il 9 gennaio 2009 la rivolta popolare, esplosa in Grecia la notte del 6 dicembre 2008 dopo l’assassinio del quindicenne Alexis Grigoropoulos, è entrata in una nuova fase.
Qualche giorno prima di questa annunciata mobilitazione, il misterioso attacco da parte di un gruppo armato ad una pattuglia antisommossa della polizia ha aiutato polizia e media borghesi nel tentativo di produrre un’atmosfera isterica che richiamava ”una nuova ondata di ritorno del terrorismo in Grecia”….
Ciò malgrado tutto non ha avuto alcuna ripercussione sulla giornata che è stata un grande successo. ADEDY, la Federazione Nazionale dei lavoratori del pubblico impiego ha dichiarato per quella giornata uno sciopero di quattro ore a supporto dell’iniziativa. Più di 15.000 lavoratori e giovani hanno percorso le strade centrali di Atene, dall’Università a Piazza Sintagma, di fronte al Parlamento. Là però, la polizia antisommossa ha aggredito selvaggiamente il corteo e gli scontri sono continuati attorno all’Università e al quartiere di Exarcheia (vicino al luogo dove Alexis è stato ucciso). Sono state arrestate dozzine di persone e di seguito portate alla Centrale di polizia, inclusi 16 …avvocati che volevano difendere i manifestanti arrestati e una veramente anziana……nonna, che difendeva un ragazzino brutalizzato dalla polizia! I giornalisti che hanno tentato di seguire gli scontri sono stati picchiati o arrestati.

Questa orgia di brutalità è stata la prima dimostrazione di forza del governo di rimpasto (a causa della crisi) di Karamanlis ed in particolare del nuovo Vice ministro per l’Ordine Pubblico, Markoyannakis, famoso per le sue posizioni ultra reazionarie e per le discutibili relazioni con la mafia a Creta, dove è stato eletto. L’indignazione prodotta dalla brutalità della polizia e per l’insediamento del nuovo vice-ministro ha obbligato il governo a delle manovre evasive: quindi la nuova manifestazione del 15 gennaio con la presenza di 5.00 studenti ha visto la polizia rimanere ferma e non ci sono stati scontri.
Nelle Università di tutto il paese hanno avuto luogo assemblee generali per decidere del nuovo corso delle occupazioni che leghi la rivolta di dicembre con la lotta contro la privatizzazione dell’educazione superiore e in difesa del diritto democratico di inviolabilità dello spazio universitario contro le intrusioni della polizia.Già più di 40 facoltà sono occupate.

Il movimento nel mondo dell’educazione è una delle facce della continua sollevazione; l’altra è naturalmente le manifestazioni in solidarietà con Gaza, spesso terminate in scontri con la polizia; una terza dimensione della situazione è il movimento di solidarietà con l’eroica sindacalista immigrata bulgara, Kostadina Kuneva, che fu attaccata da una squadra della morte con l’acido solforico. Oltre alla campagna finanziaria di sostegno a lei e alla sua famiglia, i Centri sindacali in Tessaglia, Ioannina e Volos sono stati occupati dai lavoratori in protesta contro la burocrazia sindacale, in solidarietà con Kostadina e tutti i lavoratori immigrati, per la punizione dei killer del capitale. Si è tenuto in tutto il paese un sempre crescente numero di riunioni alle quali è stato invitato il sindacato di Kostadina, specialmente in quegli edifici pubblici occupati durante la rivolta.
Così, ieri sera, si è svolto un meeting in solidarietà con la compagna nella sede centrale del Sindacato della stampa ad Atene, occupato dai giovani e dai giornalisti e fotoreporter sottopagati o licenziati. Vaso Tsouni, vicepresidente del Sindacato dei lavoratori delle imprese di pulizia e delle collaboratrici domestiche, ha relazionato non solo sulla vicenda di Kostadina, ma anche sulle terribili condizioni di lavoro di questi lavoratori, che per lo più sono donne immigrate che lavorano come schiave. La relazione è stata completata da un rapporto medico sulle condizioni di Kostadina da parte di Savas Michael che, insieme a Katerina Matsa, visita costantemente la compagna in ospedale.
Questa lotta è strettamente connessa con i bisogni urgenti dell’intero mondo del lavoro, mentre la crisi capitalistica mondiale spinge il paese in una posizione di bancarotta semiufficiale e più di mezzo milione di posti di lavoro potranno sparire nel 2009. La burocrazia sindacale del GSEE non fa niente ed è iper attiva solo per prevenire un nuovo sciopero generale (e per coprire la verità intorno all’attacco mocida a Kostadina).

Il 17 gennaio una mobilitazione nazionale culminerà in una manifestazione di massa di gente proveniente da ogni parte del paese a Larissa, in Tessaglia (Grecia centrale) con la rivendicazione della liberazione di tutti i prigionieri politici arrestati durante la rivolta. Larissa è stata scelta perché là, giovani studenti tra i 14 e i 16 anni sono stati arrestati e messi sotto accusa con la Legge contro il terrorismo.

La lotta continua.

Savas Michael , 16 gennaio 2009

PS: Questo diario di lotta è diventato l’obiettivo di un attacco feroce da parte del quotidiano dello stalinista Partito Comunista, “Rizospastis”, che accusa ui Troskisti e l’EEK di essere dei calunniatori. Il Partito Comunista conosce l’esistenza di questo diario sino dagli inizi, dato che è riprodotto regolarmente sia sul nostro giornale, sia sul nostro sito e tutti in Grecia sanno che ciò che noi riportiamo è solo verità, ma gli stalinisti si sono seccati quando hanno realizzato che la loro ostilità contro la rivolta, ben nota in Grecia, è divenuta nota anche all’estero, in particolare in Russia.

“MATSAS SAVVAS”

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