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QUALCUNO SI RICORDA DEI CPT?

Uno dei criteri fondanti del decreto Amato-Ferrero del 13 marzo 2007 prendeva forma nel bel proposito di “superare l’attuale sistema dei centri di permanenza temporanea e assistenza (istituiti nel ’98 dalla legge Turco-Napolitano durante il primo governo Prodi), promuovendone e valorizzandone la funzione di accoglienza e di soccorso” entro dodici mesi dall’entrata in vigore della legge.
Dodici mesi sono passati. Cosa è cambiato?
Se da un lato i centri di detenzione non sono stati cancellati (la loro esistenza è parte integrante del dispositivo di controllo migrazioni), dall’altro non è neppure riuscita la loro trasformazione. Così, ogni volta che i centri si riempiono, anche in seguito alla frequenza degli sbarchi che si susseguono sulle coste meridionali della penisola, ritorna alla luce la loro crudeltà e quindi riprendono le rivolte e i tentativi di fuga: ricordiamo le rivolte di Bari, la sequenza ravvicinata di tentativi di fuga e sommosse nel CPT di Gradisca d’Isonzo, fino ad arrivare all’avvelenamento da gas lacrimogeni di una bimba di 8 mesi “ospite” del CPA inglobato nella “città della detenzione” isontina. Poi, il suicidio di due ragazzi nel CPT di Modena, privati della loro libertà. Una lunga serie di eventi questa, seguita dal silenzio. Da Bari a Roma, da Modena a Bologna, la presenza di questi “detenuti amministrativi”, che formalmente sono considerati “ospiti”, ma che in realtà sono trattati come prigionieri, è ancora tremendamente diffusa.
Elenco CPA e CPT sul territorio italiano (24)
Tanti, troppi sono gli esempi che dimostrano quanto il decreto Amato-Ferrero sia bello a parole, ma totalmente inefficace nei fatti, uno su tutti: nell’estate 2007 una commissione guidata dal rappresentante ONU Staffan de Mistura riuscì a far chiudere il CPA di Bari Palese, ma dopo una settimana il centro fu riaperto per “ospitare” 62 persone. Oltretutto, della serie “oltre al danno anche la beffa”, proprio a Bologna, nel dicembre 2007, sono stati assolti dall’accusa di lesioni personali aggravate i quattro agenti di polizia responsabili del pestaggio dei detenuti del CPT di via Mattei nella notte tra il 2 e il 3 marzo 2003.
Si continua a privare della libertà persone che non hanno commesso alcun reato
L’ignobile meccanismo messo in atto dalla legge Bossi-Fini, ossia il fatto che il contratto di soggiorno viene condizionato dall’esistenza di un contratto di lavoro, porta i lavoratori immigrati ad essere vergognosamente ricattati dal padronato e versare in uno stato di schiavitù salariata. La loro permanenza nel paese è così strettamente legata alla sottomissione verso il volere del padrone, pena la perdita del permesso di soggiorno. Promulgare decreti che vorrebbero limitare l’ingresso nei paesi ricchi solo a coloro che sono disposti a farsi sfruttare, sommandosi ai lavoratori precari nostrani, non fa altro che infittire le maglie del precariato sociale ed espandere i profitti degli sfruttatori.In questo quadro, il ciarlatanesco decreto Amato-Ferrero (quest’ultimo ministro di un partito che fino a poco tempo fa si schierava dalla parte degli immigrati), mantiene in tutto e per tutto il meccanismo di sfruttamento di classe della Bossi-Fini, e malcela l’unico scopo per il quale è nato: tentare di arginare la lotta degli immigrati contro le leggi razziste e anti-operaie dei governi di centrodestra e centrosinistra. Bella solidarietà sociale!
Il Partito Comunista dei Lavoratori rivendica:

– L’ABOLIZIONE DI CPA E CPT;
– L’ABOLIZIONE DELLE LEGGI BOSSI-FINI, TURCO-NAPOLITANO E DEL DECRETO AMATO-FERRERO;
– UNA SANATORIA GENERALIZZATA PER TUTTI GLI IMMIGRATI PRESENTI E IL RILASCIO A TUTTI DEL PERMESSO DI SOGGIORNO;
– L’UNITA’ DI CLASSE TRA LAVORATORI ITALIANI E LAVORATORI IMMIGRATI

Nucleo universitario PCL- sezione Forlì-Cesena

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